Mainstream è un’un’interessante raccolta di interviste (ben 1200) focalizzate sull’evoluzione del mercato dei media. Autore è il ricercatore e giornalista francese Frederic Martel. La prospettiva con cui egli conduce il lavoro è globale: la sua lunga inchiesta lo ha portato in ben trenta paesi, da Hollywood all’India, passando per Giappone e Africa subsahariana. E’ in sostanza un report sullo stato della cultura di massa nel mondo, sulla sua americanizzazione e le resistenze regionali e continentali che incontra. Non è un caso che all’Europa, vista dall’autore come volutamente rinunciataria, sia dedicato poco spazio. Vi è quindi una lettura non filoamericana del fenomeno della globalizzazione, a cui non viene data accezione positiva a livello culturale. Il risultato dell’indagine si riflette nel titolo dell’opera, che può avere connotazioni positive e negative. Main stream vuol dire grande pubblico. Una cultura alla portata di tutti è sicuramente auspicabile. Un modello culturale imposto lo è un po’ meno. Ed è a questa conclusione che arriva Martel con le sue interviste: è in atto una guerra mondiale per il controllo dei contenuti ed essa viene combattuta attraverso la diffusione della c.d. cultura mainstream. Il libro di Martel è perciò un viaggio nella babele dei contenuti che merita di essere letto per comprendere fino in fondo delle dinamiche che sono effetto della cultura internazionale ma che, al contempo, ne rappresentano la causa.
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