Il cda ha deciso. Augusto Minzolini lascia il Tg1. Al suo posto Alberto Maccari. Cruciale l’interpretazione dell’articolo 3 della legge n. 07 del marzo 2001 che prevede l’allontanamento dei dipendenti di aziende pubbliche ( o a prevalente partecipazione pubblica) che sono indagati dalla magistratura penale.
L’iniziale delibera unica del dg Lorenza Lei è stata scissa in due votazioni distinte: quella sulla rimozione di Minzolini, con relativo trasferimento, e quella sulla nomina del sostituto Maccari. Per la prima è stato decisivo il voto del presidente Paolo Garimberti che ha sbloccato una parità di 4 a 4. Un voto già scontato visto che Garimberti aveva già affermato che le pressioni istituzionali e mediatiche per la rimozione di Minzolini erano fortissime. Per la seconda votazione i giochi sono stati più facili: 5 voti a favore, tre contrari, un astenuto.
Il centrodestra ha ritenuto sbagliato applicare la legge 97/2001 e ritiene ingiusto il trasferimento di Minzolini. Tuttavia la scelta di Maccari, vecchio democristiano, vicino a Gianni Letta e al Pdl non dispiace. «Rimozione sbagliata, ma Maccari è una scelta di qualità», ha dichiarato Fabrizio Cicchitto riassumendo in pieno le posizioni dei consiglieri del Pdl. Il centrosinistra, invece, avrebbe preferito una scelta non provvisoria e più meditata. Nino Rizzo Nervo ha apprezzato la “scissione” della delibera, ma considera inadeguata la soluzione temporanea. Il responsabile cultura del Pd, Matteo Orfini, auspicava un commissariamento nell’attesa di una riforma della governance.
Fatto sta che Maccari avrà poco più di un mese per ristrutturare il Tg1. Un’impresa ardua che ha fatto desistere sia Mario Calabresi che Giulio Anselmi.
«Voglio fare un buon giornale, senza distinzioni di destra, sinistra o centro. Come è nella tradizione e nella storia del Tg1», ha dichiarato Maccari. Pluralismo, chiarezza e indipendenza a favore della collettività. Le stesse promesse di Minzolini.
Sarà interessante anche scoprire come la Lei “riciclerà” l’ex direttore. Il dg avrà 40 giorni per trovare un nuovo incarico, di uguale prestigio. Probabile una corrispondenza dall’estero, da New York, Washington o Parigi. L’ex direttore non ha alcuna intenzione di rassegnarsi al nuovo incarico in quanto reputa il provvedimento illegittimo. «Considero la mia rimozione un atto frettoloso, carente nei presupposti e sostanzialmente immotivato» ha affermato Minzolini che annuncia un ricorso al giudice del lavoro. Lo stesso tipo di ricorso fatto da alcuni suoi giornalisti “epurati” (quando si dice la storia si ripete!).
Egidio Negri
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