“A cosa serve l’ordine dei giornalisti se non sanziona la diffusione delle notizie false e i comportamenti antietici di giornalisti mossi solo da interessi di partito e non dal desiderio di informare i cittadini? A niente. Quindi aboliamolo. Il provvedimento è già sul tavolo del governo” – è quanto si legge in un post pubblicato sul blog del Movimento Cinque Stelle a difesa di Rocco Casalino, portavoce del premier Conte, dopo il caso dell’audio contro i tecnici del Mef diffuso dai media.
Un audio che ha indotto l’Ordine dei giornalisti della Lombardia ad avviare l’iter per la trasmissione al Consiglio di disciplina.
Un attacco contro l’Ordine e la rivelazione che il provvedimento di abolizione sarebbe già allo studio del governo Conte, che si inserisce nel solco delle dichiarazioni contro la categoria dei giornalisti lanciati dal sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi che si era anche espresso sulla necessità di prevedere un tetto alla quantità di contributi all’editoria che una singola testata possa riceve.
I Cinque Stelle accusano l’Ordine di mettere sotto accusa il portavoce di Giuseppe Conte e di non dire nulla “sui giornalisti che hanno diffuso il suo audio privato andando contro la deontologia professionale e l’etica giornalistica”.
“TUTTI SI RIBELLINO, NON SOLO I GIORNALISTI”
La posizione espressa dal Movimento Cinque Stelle ha sollevato la fiera reazione del deputato di Forza Italia Gigi Casciello, giornalista e già direttore di numerose testate in Campania, che ha attaccato il governo e il M5S in una nota dai toni fortissimi. «Il sottosegretario Vito Crimi minaccia l’abolizione dei contributi all’editoria, il vice presidente del Consiglio Di Maio dimostra di non gradire le critiche della libera stampa, di rifuggire la trasparenza tanto acclamata, e dichiara di voler abolire l’Ordine dei Giornalisti per ritorsione, perché sono stati sollevati dubbi sull’operato di Casalino. Vorrebbe – dice Casciello – un’informazione gestita solo dalla piattaforma Rousseau. Tra i grillini ci sono tanti segnali di insofferenza per la libertà di espressione ma l’abolizione per ritorsione è tipico di un regime antidemocratico. Per difendere la democrazia occorre che tutti si ribellino, non solo i giornalisti».