Il M5s si mette di traverso sull’atto della vigilanza Rai che dovrebbe dare il via libera alla turnazione degli ospiti nei talk show. E scatta la bagarre politica. Piovono accuse sulla testa dei pentastellati che hanno, di fatto, rallentato l’iter del provvedimento voluto dal presidente della commissione Barachini, e sostenuto dalla maggioranza. Per regolare e rendere più informativi e meno “pollai” i talk show del servizio pubblico. Sullo sfondo, chiaramente, c’è la polemica degli ospiti e delle loro “vicinanze” politiche e partitiche.
Il M5s starebbe, ad onta di quanto ha propagandato per anni e anni,” difendendo” gli ospiti e gli opinionisti le cui idee sono vicine a quelle del movimento fondato dal comico Beppe Grillo. L’accusa è arrivata, tra gli altri, dal commissario di vigilanza Rai Michele Anzaldi, di Italia Viva. Che ha rinfacciato agli (ormai molto ex) apritori di scatolette di tonno la loro “mutazione”, una virata totale tra le idee e i fatti.
Anzaldi, su Globalist, ha tuonato. “Con la risoluzione Barachini, la commissione di Vigilanza chiede alla Rai di favorire la rotazione degli opinionisti e privilegiare ospitate gratuite nelle trasmissioni del servizio pubblico, ma il Movimento 5 stelle si oppone, per tutelare le rendite di posizione di alcuni commentatori amici. I tempi della scatoletta di tonno ormai sono davvero archiviati e sepolti, ma stavolta siamo al capolavoro della giravolta: il partito di Grillo e Conte vuole usare i soldi dei cittadini per retribuire il teatrino messo in scena dai loro supporter”.
Accuse che proseguono. “Sono passati dall’invito di Grillo a non pagare il canone Rai e ad abolirlo, alle manovre M5s di oggi per usare il canone come fosse un finanziamento di partito. Mi auguro che in commissione ci sia il coraggio necessario per imprimere finalmente una svolta all’informazione pubblica ed evitare che anche sul conflitto in Ucraina succeda quello che è accaduto con i vaccini e purtroppo sta già accadendo”. Dunque Anzaldi ha accusato: “Lo spettacolo imbarazzante dato ancora una volta da Cartabianca, con ben 3 opinionisti del Fatto quotidiano (Scanzi, Orsini, Di Cesare) e addirittura una giornalista del ministero della Difesa russo chiamata a diffondere la propaganda di Putin, è una macchia indelebile per il servizio pubblico. Sentir parlare di ‘operazione speciale’ e non di guerra su una tv italiana, come fosse un canale militare russo, è davvero insostenibile”.
Dunque Anzaldi chiama a gran voce vertici Rai e del mondo del giornalismo: “Come fa l’Ad Fuortes a non intervenire? Questo sarebbe pluralismo? Questa sarebbe informazione corretta? Ordine dei Giornalisti, Fnsi, Usigrai non hanno nulla da dire? Se la Vigilanza non interviene al più presto, sarà davvero sempre più difficile giustificare la richiesta ai cittadini di pagare il canone. Che c’è di sbagliato nel chiedere che gli opinionisti ruotino, che a più professionisti possibile sia data possibilità di esprimersi? Che c’è di sbagliato nel dire che chi viene ad esporre le sue idee lo debba fare di norma gratuitamente, per evitare una recita a soggetto che falserebbe il dibattito?”
La domanda delle cento pistole in coda all’intervento di Anzaldi. “Se il Movimento 5 stelle vuole difendere il cachet di Scanzi e dei collaboratori del Fatto è libero di farlo, ma la Vigilanza ha il dovere di andare avanti. Ci sono i numeri per approvare la Risoluzione”.
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