L’obbiettivo dell’accordo proposto dall’UPA riguarda importanti cambiamenti nei messaggi pubblicitari trasmessi per via radiofonica: paletti al numero degli spot insistenti ed una più efficace distribuzione degli stessi. Tra le principali novità la fissazione di un tetto del 18% su base oraria degli spot di tipo commerciale (esclusi la Pubblicità Progresso, gli inviti all’ascolto, gli spot su prodotti derivati o collegati ai programmi della radio, all’informazione cinematografica, alla propaganda politica); il numero massimo di comunicati compreso in ogni singolo blocco pubblicitario non potrà essere superiore a 12; infine, vengono previste penali in caso di violazioni o sforamenti. Il fine dell’iniziativa è di valorizzare maggiormente il mezzo radiofonico, che per bacino di ascolto e qualità del target, nel nostro Paese, appare ancora sottostimato. Tuttavia l’adesione non è stata compatta. al tavolo della trattativa si sono sedute solo Radio Rai, Rtl 102.5, Rds Radio Dimensione Suono, R 101, Radio 24, Radio Kiss Kiss, Radio Italia. Restano fuori L’Espresso (Deejay, Capital, m2o) e Finelco (Radio 105, Rmc, Virgin Radio). Tutto questo all’indomani della pubblicazione delle previsioni della Nielsen Media Research Southern Europe di New York. Per l’anno 2008, in Italia, la spesa complessiva per pubblicità crescerà del 2,9% e, tolto internet, che vanterà ancora incrementi a due cifre, è proprio la radio che impennerà più degli altri con un avanzamento del 3,8%.
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