Tutelare quei giornalisti e quei direttori che sono chiamati a rispondere di un risarcimento quando la società editoriale è fallita, facendo seguire al risarcimento la stessa procedura dei fallimenti”. Spiega così, a Public Policy, il capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera Walter Verini, il senso di un nuovo emendamento presentato alla proposta di legge sulla diffamazione – di cui è relatore – tornata a Montecitorio in seconda lettura. “Non c’è solo il caso dei giornalisti de l’Unità, anche se è il più noto”, ha spiegato. Nello specifico, il nuovo emendamento stabilisce che “il credito del direttore responsabile e del giornalista che, in adempimento di una sentenza di condanna al risarcimento del danno derivante da offesa all’altrui reputazione, ha provveduto al pagamento in favore del danneggiato, ha privilegio generale sui mobili a norma dell’articolo 2751-bis, primo comma, numero 2, del codice civile, nei confronti del proprietario della pubblicazione o dell’editore”. Lo stesso emendamento specifica poi che “la disposizione di cui al presente articolo non si applica quando la sentenza ha accertato la natura dolosa della condotta del direttore responsabile e del giornalista” e, infine, “si applica anche alle procedure in corso”. Dunque, per Verini, uno strumento per “qualificare come privilegiato il credito, nei confronti della testata giornalistica fallita, di colui che, in adempimento di una sentenza di condanna al risarcimento del danno derivante da diffamazione, ha provveduto al pagamento in favore del danneggiato”. Sul caso de l’Unità, da quanto si legge dai resoconti della commissione Giustizia, è intervenuto il deputato M5s Andrea Colletti, per cui “non si può assolutamente prevedere che la disposizione si applica anche alle procedure in corso. Si dovrebbe sempre evitare – ha detto – di approvare disposizioni ad personam sia che siano a favore del direttore de l’Unità sia che favoriscano il presidente del Consiglio”. Verini ha però di nuovo escluso questa possibilità, ribadendo in commissione che l’emendamento “non nasce da qualche particolare e specifico episodio, come paventato da qualcuno, essendo volto piuttosto a venire incontro ad istanze sollevate dall’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa in termini generali”. Il termine per presentare i sub emendamenti è stato fissato alle 10 di martedì 9 giugno. “L’emendamento che, ripeto, risponde ad una richiesta della Federazione nazionale della stampa e riguarda decine di altri casi oltre a quello de l’Unità – ha concluso il capogruppo Pd in commissione Giustizia – è aperto al dibattito della commissione e dell’aula”.
Fonte: www.francoabruzzo.it
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