Notte fonda per l’Unità. Lo storico quotidiano ha dovuto nuovamente sospendere le pubblicazioni. Allo stop nelle edicole si aggiunge anche quello della versione online dedicata agli abbonati. Il titolo dell’ultimo numero, “Così si calpesta una storia”, fa riferimento al 2 giugno. Nella foto in copertina si vede un gruppo di persone alzare al cielo il numero de “L’Unità” in cui si celebra il passaggio dalla monarchia alla repubblica. Alla base della forzata decisione c’è la situazione economico-finanziaria del giornale. Quest’ultima è fonte di attriti tra l’editore e i giornalisti, frustrati dal mancato sostegno al quotidiano. L’ad Guido Stefanelli ha dichiarato che si tratta della decisione più giusta per completare il processo di ristrutturazione aziendale. Il cdr non è dello stesso avviso e ha sottolineato i silenzi dell’amministrazione, che non si è nemmeno espressa sugli stipendi da corrispondere ai giornalisti. Il cdr de “L’Unità” ha puntato il dito contro la Piesse e Eyu , gli azionisti artefici del ritorno nelle edicole di due anni fa, e anche contro il segretario Pd Matteo Renzi. I giornalisti sono amareggiati per la mancanza di piani industriali e il continuo calpestamento dei diritti sindacali.
Il disinteresse di Matteo Renzi per il giornale storico del partito è forse ciò che fa più male ai cronisti de “L’Unità”. L’ex premier, nonostante a parole si sia prodigato per la salvezza del quotidiano negli ultimi anni, ha più interesse per la televisione e la comunicazione sui social network. A gennaio Sergio Staino, direttore del quotidiano fino ad aprile di questo anno, ha espresso la sua delusione per la mancata coincidenza tra parole e fatti della linea renziana. Si è riferito in particolare alle dichiarazioni rassicuranti sulla presenza di fondi per prolungare l’esistenza del quotidiano. Di fatto il Pd si è dimostrato assenteista nei confronti de “L’Unità” in questi ultimi tribolati mesi.
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