L’Unità da domani torna a fare informazione, seppur solo online e in forma ridotta. I giornalisti lavoreranno su base volontaria in attesa di chiarimenti dal Pd. Il premier Matteo Renzi promette che L’Unità tornerà presto nelle edicole, ma dalla politica non arriva alcun segnale concreto. Lo ribadisce il membro del Cdr Umberto De Giovannangeli, che negli ultimi mesi ha parlato con diversi dirigenti del Pd, rilevando una generale indecisione tra gli appartenenti al partito. 66 giornalisti e 17 poligrafici sono senza stipendio da aprile e attendono la cassa integrazione dal 30 luglio, giorno in cui sono cessate le pubblicazioni. La Fnsi anticiperà a settembre il trattamento di cassa integrazione del suo fondo di solidarietà presso l’Inpgi. L’Unità è nelle mani dei liquidatori, che fino al 5 settembre aspetteranno eventuali offerte da parte di cordate pronte a rilevare il giornale. Poi, nel caso, scatterà la procedura fallimentare. Per ora rimane il paradosso di una Festa dell’Unità senza il quotidiano fondato da Antonio Gramsci 90 anni fa. Ci sono solo le rassicurazioni di Renzi, che all’inizio della Festa ha detto che l’Unità tornerà a vivere e a creare dibattito. In molti si attendono annunci roboanti per il 7 settembre, giorno in cui è prevista la chiusura dell’evento. Ma dai giornalisti dell’Unità traspare scetticismo verso la politica, a loro dire responsabile della chiusura del quotidiano.