L’Unità, storico ex quotidiano della sinistra, non è più in edicola dal giugno 2017, ma il suo marchio potrebbe tornare ad avere rilevanza nelle aule legali. Il Tribunale di Roma ha affidato ad un consulente tecnico la stima del valore della testata. L’obiettivo è la valorizzazione dell’asset al fine di soddisfare le domande di pignoramento degli ex dipendenti. C’è tempo fino a giugno, dal momento che la registrazione di una testata giornalistica decade dopo un anno dalla cessazione delle pubblicazioni. Lo dice l’articolo 7 della legge 47/1948. Depositata la perizia, si potrà procedere alla vendita.
Gli ex dipendenti della testata hanno ottenuto il pignoramento della stessa nel dicembre 2017, dopo vari tentativi infruttuosi. La vendita non riguarderà l’archivio del quotidiano, che resta di proprietà dell’imprenditore edilizio Massimo Pessina. Una perdita di non poco conto, considerando la vastità di articoli e immagini che caratterizza il glorioso passato de “L’Unità”. L’ultima fase della storia del quotidiano è caratterizzata dalla coabitazione nell’azionariato tra i Pessina e il Pd. Il rilevamento della testata da parte dell’imprenditore nel 2015 ha gettato lumi di speranza sul futuro del quotidiano, ma ben presto il decremento costante nelle vendite, la sterile raccolta pubblicitaria e l’accumulo di problemi pregressi ne hanno sancito la definitiva fine. L’avvento di Matteo Renzi alla segreteria del Pd, che sembrava foriero di buone notizie per l’Unità, si è rivelato tutto fumo e niente arrosto. Ai danni di Pessina sono arrivate, poi, le accuse di aver rilevato il quotidiano solo per tornaconto politico. Inoltre Pessina e l’amministratore delegato Guido Stefanelli devono ancora versare l’ultima tranche dell’acquisto del giornale, pari a 3,5 milioni di euro.
Dopo aver abbandonato le edicole “L’Unità” è presto naufragato anche sul web. Oggi è stato sostituito da un nuovo quotidiano, Democratica, e alcuni ex giornalisti hanno fondato Strisciarossa. In quest’ultimo quotidiano online rivive in parte la tradizione de “L’Unità”, che per tanti anni è stato il punto di riferimento editoriale della sinistra italiana.