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L’Unità. Il Cdr richiama l’attenzione del Pd: “sciolga le riserve e ripartiamo subito in edicola”

“Sono passati piu’ di 70 giorni dalla sospensione delle pubblicazioni del quotidiano fondato da Antonio Gramsci, dopo 90 anni di storia, di informazione politica e di militanza. Nonostante le ripetute rassicurazioni da parte di autorevoli esponenti del Pd sull’impegno del partito a far rinascere il quotidiano al piu’ presto e piu’ forte di prima, dalla chiusura della festa dell’Unita’ di Bologna e’ seguito un silenzio assordante sulla testata”. Lo ricorda una nota del Cdr dell’Unita’ che incalza: “Sul futuro del giornale sta al Pd rispondere agli impegni assunti in diverse occasioni pubbliche. Sappiamo che esiste un piano solido dal punto di vista finanziario che potrebbe riportare l’Unita’ in edicola e i suoi giornalisti al lavoro in tempi brevi. Quello che manca ancora e’ l’ok definitivo del partito, che non arriva nonostante il fatto che un’intesa sia a portata di mano. Senza un progetto- continua la nota- si sfilacciano anche i rapporti interni alla redazione e tra essa e la comunita’ dei lettori, dei sostenitori, del mondo della cultura e del sindacato che da sempre ha rappresentato la linfa del nostro giornale. Se non si sa cosa sara’ l’Unita’ del futuro, e’ difficile mantenere vivo il sostegno dei suoi lettori/sostenitori e mantenere coesa la redazione. Si vuole azzerare anche questo? La cappa di silenzio sta uccidendo il valore primario del giornale: la sua capacita’ di essere soggetto attivo nel panorama dell’informazione politica”. La nota conclude: “Se questo stato di cose dovesse durare a lungo, le conseguenze sarebbero fatali. Non vorremmo che qualcuno stesse giocando al tanto peggio, tanto meglio. Per questo chiediamo di fare presto: un patrimonio culturale non puo’ finire nell’indifferenza del silenzio. Le proposte ci sono, con importanti impegni finanziari, a conferma che il giornale ha ancora una sua forza di mercato e un suo ruolo irripetibile nella cultura del nostro Paese”.

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