Cinquanta milioni di euro. Questa è la somma che la Commissione europea ha stanziato per finanziare quest’anno la ricerca che punta allo sviluppo della tecnologia di quinta generazione (5G) delle telecomunicazioni mobili. L’impegno dell’Europa per l’ulteriore sviluppo della ricerca nel campo delle reti di telefonia mobile – spiegano alla Commissione UE – poggia sulle previsioni di crescita esponenziale su scala mondiale delle telecomunicazioni, sia voce sia dati, destinate ad apparecchi mobili. Oggi nel mondo intero gli utenti di connessioni a banda larga sono un miliardo e 200 milioni, una cifra che continua a incrementarsi a un ritmo annuo di centinaia di milioni. Sulla scorta di queste cifre, gli studi condotti dalla Commissione hanno formulato la previsione che nel 2020 il volume delle comunicazioni mobili, sempre su scala mondiale, sarà cresciuto di 33 volte rispetto a dieci anni prima.
Per quella data ogni impresa e ogni cittadino dell’Unione europea dovranno avere la possibilità di mantenere un “accesso facile, affidabile e rapido a internet ovunque si trovino”. Questo è l’obiettivo all’origine degli investimenti che negli ultimi anni la Commissione ha destinato alla ricerca. Investimenti che – viene sottolineato negli uffici di Palais Berlaymont a Bruxelles – hanno consentito “significativi avanzamenti nel campo delle tecnologie per la telefonia mobile”. Come le norme GSM e UMTS, sulle quali si fondano le reti di terza generazione (3G) e la LTE relativa alla quarta generazione (4G).
A questo proposito la Commissione segnala che fra il 2007 e la fine di quest’anno l’Ue avrà investito nella ricerca e nella predisposizione di nuove reti più di 700 milioni di euro. Metà dei quali sono stati indirizzati alle tecnologie wireless necessarie per lo sviluppo delle reti 4G e 4G+.Ora la Commissione ha imboccato la strada che porta alle tecnologie di quinta generazione: il recentissimo finanziamento di 50 milioni è il primo passo dell’Esecutivo europeo in questa direzione. Una strada lungo la quale si stanno incamminando i maggiori operatori telefonici europei (British Telecom, Deutsche Telekom, France Télécom, Telecom Italia, Telefonica, Portugal Telecom) con progetti che vedono coinvolti istituti universitari e di ricerca, industrie produttrici di importanza mondiale (Alcatel-Lucent, Ericsson, Nokia, Nokia Siemens Networks, Thales communications), il primo fornitore mondiale di software per le imprese (SAP), e persino una casa produttrice di automobili (BMW).
Fra questi progetti che usufruiscono di contributi finanziari europei, la Commissione cita in particolare Metis, Mobile and wireless communications Enables for Twenty-twenty (2020) Information Society. Questo progetto, che ha ottenuto dalla Commissione un finanziamento di 16 milioni, si propone fra l’altro di mettere a punto tecnologie in grado di accrescere il volume dei dati in misura tale da consentire l’accesso contemporaneo di molti più utenti, di moltiplicare il numero degli apparecchi connessi (automobile, frigorifero, consumi di acqua e di elettricità, eccetera), di poter guardare video sofisticati mentre si è in movimento, di allungare la vita delle batterie riducendone al tempo stesso il consumo energetico. (Fonte: First.co.uk)
La giornalista italiana Cecilia Sala è stata arrestata in Iran e ora si trova in…
Un’agenzia governativa per l’intelligenza artificiale: la Spagna fa sul serio e, quantomeno, lancia un sasso…
Natale amarissimo in casa Metro: il free press chiude i battenti e i giornalisti sono…
Come ogni anno, ricordiamo che la lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto…
Ricordiamo che entro il prossimo 31 gennaio 2025, le imprese editrici di testate che accedono…
Il Garante per la privacy sanziona ChatGpt: per Sam Altman e la sua Open Ai…