L’Ue apre indagine dell’antitrust su Google e la pubblicità web

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La Commissione Europea ha aperto un’indagine formale dell’antitrust per valutare se Google ha violato le regole di concorrenza dell’Ue. L’autorità continentale per la concorrenza dovrà verificare se il colosso di Mountain View ha agito favorendo i propri servizi di tecnologia di pubblicità nella cosiddetta catena “ad tech”, ossia i servizi online di pubblicità digitale. E se lo abbia fatto a scapito di fornitori concorrenti di servizi di tecnologia pubblicitaria, inserzionisti ed editori online.  Proprio su questo, nelle scorse settimane, era arrivata una stangata a Google da Parigi. Più di duecento milioni di euro per abuso di posizione dominante.

Ue, Google e le strategie sulla pubblicità digitale

La Commissione Europea ha inoltre fatto sapere che l’obiettivo, oltre il caso concreto, sarà quello di verificare se Google sta distorcendo la concorrenza limitando l’accesso “da parte di terzi ai dati degli utenti a fini pubblicitari su siti web e app, riservando tali dati al proprio uso”.

L’Europa, dunque, ha battuto un colpo. E che colpo. L’inchiesta ha individuato già alcuni “luoghi” virtuali e temi da approfondire. In particolar modo la cosiddetta pubblicità “display” che è quella per cui gli annunci vengono mostrati direttamente sulle pagine web di destinazione. E che maturerebbe, nella sola Europa, un giro d’affari da oltre venti miliardi di euro.

Le strategie che l’Ue contesta a Mountain View

La Commissione ha comunicato che esaminerà “in particolare l’obbligo di utilizzare i servizi di Google Display & Video 360 (“DV360”) e Google Ads per acquistare annunci display online su YouTube. L’obbligo di utilizzare Google Ad Manager per pubblicare annunci display online su YouTube”. Oltre a “potenziali restrizioni imposte da Google sul modo in cui i servizi concorrenti di Google Ad Manager sono in grado di offrire annunci display online su YouTube”.  Le autorità comunitarie vogliono verificare “l’apparente favore dell’ad exchange di Google “AdX” di DV360 e Google Ads. E il potenziale favore di DV360 e/o Google Ads di AdX. Le restrizioni imposte da Google alla capacità di terzi, come inserzionisti, editori o intermediari di pubblicità display online concorrenti. Di accedere ai dati sull’identità o sul comportamento dell’utente disponibili per i servizi di intermediazione pubblicitaria di Google, incluso l’Id Doubleclick”.

La privacy e l’accesso ai dati personali

Ma non è tutto. Perché l’antitrust Ue vorrà verificare “i piani annunciati di Google per vietare il posizionamento di cookie di terze parti su Chrome”. Che poi vuole sostituire con “il set di strumenti Privacy Sandbox, compresi gli effetti sulla pubblicità display online e sui mercati di intermediazione della pubblicità display online”.

L’Ue vuol vederci chiaro sull’annuncio di Google relativo all’intenzione di smettere di rendere disponibile l’identificatore pubblicitario a terzi sui dispositivi mobili Android intelligenti quando un utente rinuncia alla pubblicità personalizzata e gli effetti sui mercati della pubblicità display online e dell’intermediazione della pubblicità display online.

“Tutelare il valore della concorrenza dei mercati”

“Se accertate, le pratiche oggetto di indagine possono violare le regole di concorrenza sugli accordi anticoncorrenziali tra imprese o sull’abuso di posizione dominante. La Commissione terrà conto della necessità di proteggere la privacy degli utenti, in conformità con le leggi Ue in materia, come il regolamento generale sulla protezione dei dati”. Insomma, niente sconti e controlli a trecentosessanta gradi. “Il diritto della concorrenza e le leggi sulla protezione dei dati devono lavorare di pari passo per garantire che i mercati della pubblicità display operino su un parità di condizioni in cui tutti i partecipanti al mercato proteggono la privacy degli utenti allo stesso modo”.

 

 

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