Il bando di gara per l’assegnazione di 5 multiplex necessari all’apertura del mercato televisivo italiano – preparato dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani – è arrivato sul tavolo del commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia e lì si è fermato. A quanto pare, infatti, l’Ue sta cercando di evitare che si ripeta, anche sul digitale, la questione che per 10 anni ha impedito ad Europea 7 di trasmettere sulla frequenza cui aveva diritto perché occupata da Rete 4. Le preoccupazioni dell’Ue riguardano soprattutto le differenze tra i 5 mux in gara. Due sono a frequenza unica, due ne hanno due e uno addirittura tre. Il commissario sta quindi riflettendo se chiedere al governo di destinare i mux migliori (i due monofrequenza) ai nuovi entranti tra cui Sky, lasciando a Rai, Mediaset e TI Media gli altri. Questo però vorrebbe dire togliere a Mediaset il canale 58, quello su cui l’azienda sta già sperimentando l’alta definizione, ma che in realtà utilizza per trasmettere i suoi canali in differita di un’ora.
Altra perplessità del commissario Ue riguarda lo schema di punteggio per la valutazione del beauty contest: non basterebbe infatti una storia editoriale di successo, ma nell’assegnazione del punteggio peserebbe anche la presenza sul territorio nazionale. Un’eventualità che chiude le porte agli stranieri.
Le graduatorie verranno elaborate da una commissione di massimo cinque componenti, comunque in numero dispari, designati dal ministero,che si avvarranno di un advisor.
Si daranno fino a tre punti ha chi il maggior numero di reti digitali nazionali terrestri. Con la stessa logica si premierà con altri tre chi ha il più elevato numero di impianti e con ulteriori tre punti chi ha il più elevato numero di sedi operative in Italia. Ancora sino a tre punti a chi garantirà la maggior copertura nel primo anno dall’assegnazione delle frequenze. E sino a quattro punti a chi assicurerà la maggior copertura al quinto anno e altri quattro a chi avrà il più elevato numero di siti sempre al quinto anno.
Si daranno solo sino a due punti a chi minimizzerà l’impatto paesistico-ambientale e le interferenze con i paesi confinanti. Quanto ai piani editoriali non si distingue, nella bozza, tra fornitori di contenuti indipendenti o meno dell’operatore di rete, mentre si premiano giustamente i canali in Alta Definizione.
La graduatoria sarà unica e non divisa sin da subito per lotti: in questo modo chi si classificherà in cima alla stessa potrà scegliere quale frequenza utilizzare, esonerando così il Ministero dall’attribuire le frequenze più pregiate – tra cui il canale 58 già utilizzato da Mediaset per sperimentazione – a un lotto piuttosto che ad un altro.
Le sei frequenze saranno divise in tre sottoinsiemi: le tre frequenze del lotto A sono riservate ai nuovi entranti, le due del lotto B ai già operanti sul mercato. Per questo pacchetto già si prevedono polemiche visto che vi parteciperanno numerosi operatori italiani ma anche stranieri. Tra i più interessati a conquistare un multiplex digitale ci sono Liberty Media, Virgin e Rtl, senza considerare Rcs e il gruppo Espresso.
Mentre l’unica del lotto C è quella destinata a sistemi avanzati come la Tv mobile (DVB-H, standard ormai in discesa) o il DVB-T2. Sky a oggi potrà concorrere esclusivamente per il lotto A e non potrà vedersi assegnata più di una frequenza. L’unica che potrebbe averne due è TI Media, dato che al lotto C possono partecipare anche gli operatori già in attività purché abbiano meno di tre frequenze analogiche. (Key4biz)
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