L’Sos di Ossigeno: “Monitorare minacce giornalisti in tutta Europa”

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Alberto Spampinato (Ossigeno)
Alberto Spampinato (Ossigeno)
Alberto Spampinato (Ossigeno)

“Chiediamo all’Osce di verificare se contro i giornalisti anche in altri paesi d’Europa si manifestano come in Italia intimidazioni, violenze e abusi dell’accusa di diffamazione, che rappresentano un tentativo subdolo di reintrodurre una censura messa da tempo fuorilegge”, ha detto Alberto Spampinato, a Varsavia, nel corso dell’incontro annuale sull’applicazione delle direttive sui diritti umani (Human Dimension Implementation Meeting) al quale, insieme a delegazioni ufficiali di 59 paesi e alle organizzazioni internazionali, partecipano numerose organizzazioni non governative, fra cui Ossigeno per l’Informazione.
“E’ necessario sapere perché – ha spiegato Spampinato – mentre molti paesi lottano ancora per mettere al bando la censura tradizionale, nel cuore delle moderne democrazie, nei paesi più sviluppati, possono manifestarsi diffusamente, senza essere contrastate sul nascere, forme di censura camuffata, subdola. In Italia Ossigeno per l’Informazione ha verificato che accade proprio questo. Il nostro monitoraggio distingue 29 tipi di intimidazione e ha permesso di identificare in 5 anni 1.488 vittime fra giornalisti e altri operatori dell’informazione. Pensiamo che qualcosa di simile avvenga nei paesi simili all’Italia e per verificarlo abbiamo messo a disposizione di tutti il metodo di osservazione e l’esperienza di Ossigeno”.
L’incontro di Varsavia è stato introdotto da una relazione della Rappresentante per la libertà dei media dell’Osce, Dunja Mijatovic, che ha amaramente detto: “Purtroppo nell’ultimo anno la libertà di stampa non ha fatto passi avanti. Rimangono gli stessi drammatici problemi di limitazione della libertà di espressione e in molti paesi manca la volontà politica delle autorità governative per attuare gli impegni già sottoscritti. Continueremo a insistere perché non c’è altro modo di risolvere questi problemi”. Le situazioni più difficili per i giornalisti (incarcerazioni, aggressioni, isolamento, licenziamenti discriminatori, persecuzioni) sono state descritte dalle Ong della Russia e dei paesi ex sovietici, mentre i rappresentanti dei paesi europei hanno parlato soprattutto del loro impegno per risolvere i problemi in quelle aree del mondo.
“Noi crediamo – ha detto Spampinato – che bisogna guardare anche in casa propria. Vogliamo sapere se in tutti i paesi più avanzati, presi ad esempio, il problema della censura si sta ripresentando subdolamente in forme nuove”.

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