L’aumento dell’Iva dal 4% al 21% sui prodotti allegati a giornali provocherebbe un calo del 35% delle vendite nelle edicole con ”un impatto drammatico in termini di occupazione”. Lo rilevano edicolanti e distributori, con il sostegno della Fieg, lanciando un appello a Governo e Parlamento per evitare ”l’insostenibile aumento del 500%”.
”L’articolo 19 del Decreto Legge n. 63/2013, attualmente in fase di conversione, prevede – si legge in una nota firmata da Fieg e diverse altre associazioni di categoria – l’aumento dell’Iva sugli abbinamenti editoriali a quotidiani e periodici dal 4% al 21%, un incremento addirittura del 500%. La filiera della stampa (editori, distributori, edicolanti) sta attraversando un periodo di pesantissima crisi, che ha già portato alla chiusura di numerose imprese di distribuzione e di punti vendita (5.000 edicole negli ultimi cinque anni) e alla conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro”.
”Qualora il testo fosse convertito in legge – si legge ancora -, si assisterebbe ad una drastica riduzione o, addirittura, alla scomparsa dalle edicole di DVD, CD e beni funzionalmente connessi, togliendo al canale il 35% delle vendite complessive: un fenomeno che avrebbe un impatto drammatico in termini di occupazione in un mercato già in grande sofferenza. Chiudere le edicole significherebbe inoltre perdere l’ultimo presidio che consente di portare a tutti i lettori, anche nei piccoli centri, informazione e cultura”.
”Edicolanti e distributori, con il sostegno degli editori, – prosegue la nota – chiedono con forza al Governo e al Parlamento, di riconsiderare le disposizioni dell’art. 19 al fine di tutelare moltissimi posti di lavoro e salvaguardare la diffusione della cultura, a costi contenuti, per le famiglie italiane”.
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