“Incorporare l’Inpgi nell’Inps sarebbe un intervento parziale che non risolve assolutamente il problema strutturale, che non è quello delle pensioni”: parole e musica del segretario generale della Federazione nazionale della Stampa, Raffaele Lorusso. Che in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Adn Kronos è tornato sul tema. Centrale e dirimente della previdenza per i giornalisti. Un argomento che non è per nulla secondario e che, anzi, il sindacato ha posto al centro dell’agenda per le riforme dell’editoria. Lorusso avvisa tutti: “Il problema è quello della crisi dell’editoria, intesa come sistema industriale e come mercato del lavoro. Non si pensi di aver risolto i problemi dell’informazione occupandosi dell’Inpgi”.
Lorusso ha dichiarato. “L’intervento sulla previdenza è un atto dovuto. Ma il governo non si può sottrarre alla necessità di avviare un tavolo permanente sull’editoria. Perché è necessaria una legge di riforma del settore. Noi non possiamo affrontare una crisi epocale come quella che stiamo vivendo con una legge scritta nel 1981”. Quindi il segretario generale Fnsi ha continuato. “Il nodo è questo. L’Inpgi è il risultato della crisi del settore, dell’andamento del mercato del lavoro. Non è il risultato di gestioni allegre o cattive. Bisogna affrontare il tema della crisi strutturale dell’editoria, servono provvedimenti legislativi che fino ad oggi non ci sono stati né in materia di lavoro né in tutta una serie di altre questioni aperte che riguardano il settore, dall’equo compenso alle querele bavaglio. Noi chiediamo questo al governo”.
Ma non è finita qui. Il cahier de dolèances è pieno di appunti. Lorusso, di nuovo sul “matrimonio” Inpgi-Inps ha aggiunto. “Per quanto ci riguarda l’Inpgi non è che un pezzo di un problema molto più grande che riguarda la crisi strutturale del settore che si porta dietro la crisi del mercato, dell’informazione e del mercato del lavoro”. Dunque ha concluso. “Le criticità che riguardano l’intero ambito dell’informazione vanno affrontate esattamente come si fa con le crisi di tanti altri settori industriali del nostro Paese in un tavolo tra governo e parti sociali. Individuando misure di rilancio e di sostegno che non possono essere sicuramente i finanziamenti a pioggia ma misure indirizzate alla ripresa degli investimenti e del mercato del lavoro”.
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