Il governo avvii le riforme e riveda la legge 416, queste le necessità individuate da Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi, per riequilibrare il mercato dei giornali: “L’accesso alla professione è diventato una barzelletta”
Il mondo dell’editoria e dei giornali ha bisogno di profondi interventi di riforma da parte del governo. Ne è convinto il segretario della Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi), Raffaele Lorusso, che nel corso del Congresso Usigrai di Galzignano Terme, in provincia di Padova, sottolinea le priorità da affrontare per il comparto.
“Abbiamo bisogno di risorse che non siamo spicci raccattati qua e là nelle pieghe del bilancio”, spiega Lorusso, “abbiamo immaginato ad esempio una forma di prelievo sulla pubblicità televisiva, per riequilibrare il mercato”.
Decisivo in questo senso, afferma ancora il segretario della Fnsi, è “ragionare sulla legge 416. Quella legge appartiene a un’altra era e va aggiornata. Noi ci siamo trovati di fronte a un esodo biblico, che ha portato fuori 1700 persone negli ultimi anni. Con questa legge è possibile far uscire un collega a 58 anni di età con 18 anni di contributi”. Lorusso evidenzia come oggi, se passasse la riforma dell’Inpgi, si potrebbe andare a casa sei anni prima dell’età pensionabile:“è qualcosa che non sta più in piedi”.
Secondo il segretario del sindacato dei giornalisti, alle uscite dalle redazioni andrebbero legate (obbligatoriamente) nuove entrate. In poche parole, bisognerebbe “dare la possibilità di uscire in anticipo, obbligando però le aziende ad assumere. Poi occorre mettere mano alla legge ordinistica. L’accesso alla professione è diventata una barzelletta. Non è possibile accettare che abbiamo un’organizzazione professionale completamente avulsa dal mercato del lavoro”, conclude Lorusso.