Lorusso ribadisce la posizione Fnsi sulla vicenda Inpgi. “Commissariare l’istituto sarebbe dare il colpo di grazia all’informazione italiana”. Il sindacato conferma l’impegno a favore dell’Istituto nazionale per la previdenza dei giornalisti. Un punto indiscutibile, se non fondamentale, della mobilitazione che da alcuni mesi vede protagonisti proprio il sindacato e i suoi dirigenti. La condizione dell’Inpgi è il tema centrale e cardine della polemica che infuria ormai da mesi tra Fnsi, giornalisti e governo.
Il segretario generale della Fnsi è tornato sul tema durante un’intervista rilasciata a Radio Radicale. Lorusso ha affermato. “È necessario e urgente intervenire sull’Inpgi, ma ancora di più lo è intervenire in modo organico e complessivo sulla crisi strutturale dell’editoria. Il commissariamento dell’Inpgi, invocato e auspicato da taluni, è inaccettabile”. E ne ha spiegato le ragioni. “Perché, nell’immobilismo assoluto sulle altre criticità del settore, significherebbe che il governo vuole commissariare e indebolire l’informazione italiana, assestarle il colpo di grazia. Per questo, anche insieme con la Fieg, il sindacato dei giornalisti ha rivolto un appello al governo per avviare un tavolo permanente per l’editoria”.
Secondo il dirigente Fnsi: “La crisi dell’Inpgi è la conseguenza della crisi strutturale dell’editoria italiana e del mercato del lavoro”. E dunque ha spiegato. “I posti di lavoro persi con uscite volontarie, incentivate e pensionamenti anticipati, sono stati rimpiazzati da lavoro precario, senza diritti. Occorre un tavolo di confronto fra governo e parti sociali per affrontare in modo organico e compiuto, e con la messa a punto di misure strutturali, le criticità della transizione digitale e le storture del mercato del lavoro. Serve una nuova legge dell’editoria. Su questi temi il governo è silente”.
Per Lorusso, il governo non ha fatto granché finora. “Nessun provvedimento concreto per contrastare il precariato, il tavolo sull’equo compenso non viene convocato, non si vuole risolvere il problema delle liti temerarie, ma si vuole intervenire sulla previdenza in modo punitivo”. Dunque ha concluso. “Tutto ciò è inaccettabile e rischia di fare il gioco di chi vuole distruggere l’informazione professionale e indebolire i corpi intermedi della società. Questo significa cancellare la democrazia liberale: senza la buona informazione c’è il modello del capo e della folla”.
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