L’editore de “L’Ora della Calabria”, Alfredo Citrigno, annuncia la sospensione delle pubblicazioni del giornale. E lo fa con un comunicato pubblicato stamane a pagina 4 del quotidiano cosentino. “I recenti infausti accadimenti – scrive – per molti aspetti inimmaginabili ed inaspettati che hanno interessato il mio gruppo, non mi consentono di continuare l’attività intrapresa da qualche anno in ambito regionale”. La società Cnc che editava “l’Ora della Calabria” è stata messa in liquidazione ed è in mano a un commissario.
La redazione, tuttavia, non ci sta. E annuncia di voler continuare a lavorare, almeno fino a quando lo stampatore Umberto De Rose, verso il quale la Cnc è esposta pesantemente, continuerà a far lavorare le rotative.
Nelle scorse settimane il giornale è stato al centro di una vera e propria bufera politico-editoriale, dopo che il fermo delle rotative (secondo lo stampatore dovuto a un guasto tecnico) gli impedì di raggiungere le edicole con la notizia di un’indagine a carico del figlio del senatore Antonio Gentile.
In seguito alle polemiche scaturite dalla vicenda, fu costretto a dimettersi da Sottosegretario subito dopo la nomina.
Con una nota congiunta, intanto, la segreteria regionale della Sindacato lavoratori della comunicazione e la segreteria regionale della Cgil esprimono “massima solidarietà ai lavoratori de L’Ora della Calabria”. “L’annuncio dell’imminente chiusura della testata giornalistica – spiegano – è un’ulteriore perdita in questa povera e difficile regione di pluralità di informazione, professionalità e di posti di lavoro. Un tessuto sociale come quello calabrese non può permettersi questo ulteriore colpo sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale e culturale. La perdita di un organo di informazione non farebbe altro che impoverire la regione e minare gli equilibri su cui la stessa informazione poggia. Pertanto la Cgil, a tutti i suoi livelli, esprime vicinanza ai lavoratori de ‘L’Ora della Calabria’ protagonisti incolpevoli di una situazione di incertezza sul loro futuro”. “Consapevoli – prosegue il comunicato – che la perdita di una testata giornalistica è un danno più ampio di quello che si possa immaginare, soprattutto in una regione come quella calabrese dove il lavoro fatto da chi lavora nei giornali è un lavoro di ‘trincea’ e ‘supervisione’, la nostra organizzazione si dichiara responsabilmente disponibile a mettere in campo le proprie forze per contribuire al mantenimento della testata giornalistica e dei livelli occupazioni, diretti ed indotti, ad essa collegata”.