Categories: Giurisprudenza

LO STATO, LE IMPRESE E LE AUTORITA’ DI CONTROLLO. IL CANE CHE SI MORDE LA CODA

Sul Sole 24 ore di oggi c’è un importante spunto di riflessione sull’effettivo livello di tassazione delle imprese nel nostro Paese. La notizia, che non è una notizia ma un fatto, è che le Autorità italiane non sono a carico dello Stato ma delle imprese regolamentate, vigilate o, secondo qualcuno, vessate. Il punto è semplice, essenziale: le Autorità hanno la funzione di garantire il funzionamento del mercato, basti pensare a quella per la concorrenza, o diritti fondamentali dei cittadini, come l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni o quella per la privacy. Sembra evidente la natura diffusa degli interessi tutelati, spesso ricompresa nell’alveo delle garanzie costituzionali. Ed in questa prospettiva non vi è chi non possa condividere la natura meramente strumentale delle imprese rispetto a dinamiche che rientrano in pieno in meccanismi pubblici di governo, o di controllo, dell’economia. Le Autorità nascono in quanto lo Stato passa la mano dalla funzione gestori a quella di controllore dell’economia. E fino a qui tutto bene, ha vinto il modello liberista ispirato alla prassi anglosassone. Ma poi ci si mette la salsa italiana. E non mi riferisco alla lottizzazione degli incarichi all’interno dell’Autorità, effettuata manuale Cencelli alla mano, più meritocrazia lo slogan, più posti per la politica il fatto. Questa è solo un’incongruenza degli squilibri costituzionali di un Paese ancora alla ricerca di un’identità, nonostante una storia che nel mondo ci invidiano. Il punto è semplice. Questi organismi costano, e costano molto. Ed il loro finanziamento dovrebbe ricadere a carico del bilancio pubblico. E quando il legislatore con le sue cosiddette riforme a costo zero sposta gli oneri di mantenimento di questi carrozzoni a carico delle aziende introduce una nuova tassa: non basta chiamarla contributo per modificarne la natura. Ma serve, invece, a dissimulare il carico fiscale delle aziende negli indici internazionali. Il risultato è che queste davvero poche autorevoli Autorità non riducono le proprie spese, in quanto diventano illibate istituzioni che non pesano sul bilancio pubblico. Tanto pagano le imprese. Se ne parla? Poco, pochissimo.

editoriatv

Recent Posts

Barachini: “I giornali locali vanno aiutati anche dai grandi”

Il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini conferma di essere “un grandissimo fautore dei finanziamenti pubblici” all’editoria…

16 ore ago

I giornalisti sfiduciano il direttore di Oggi Andrea Biavardi

C’è maretta al settimanale Oggi: i giornalisti hanno sfiduciato il direttore Andrea Biavardi, subentrato a…

2 giorni ago

Contributi alle assunzioni 2023, ecco tutti i beneficiari

Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…

4 giorni ago

Askanews, i giornalisti dicono sì ai prepensionamenti

Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…

5 giorni ago

Circolare n. 53 del 20/11/2024 – Contributi sulla trasformazione dei contratti giornalistici, pubblicato l’elenco dei beneficiari

Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…

6 giorni ago

Trump e i social network

Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…

7 giorni ago