Il Presidente SNAG Confcommercio, Andrea Innocenti: “abbiamo chiesto al Governo e alle Commissioni competenti un approfondimento sul natura e sulle specificità dell’attività di rivenditore di giornali. Fare l’edicolante “puro” è un lavoro per orari, turni e condizioni ambientali certamente usurante. Non è facile tirare su la serranda poco dopo le 5 del mattino e richiuderla la sera. In teoria, per Accordo Nazionale, dobbiamo garantire almeno 12 ore, con turni e aperture festive. Il tutto per garantire il diritto di informare degli Editori e quello di essere informati dei Cittadini. Siamo orgogliosi del nostro ruolo ma è innegabile che questo lavoro, alla lunga, incide sulla condizione fisica individuale e sulla capacità di prosecuzione dell’attività lavorativa. Abbiamo tanti edicolanti prossimi all’età pensionistica che non possono andare avanti con questo lavoro. Purtroppo i criteri utilizzati dalla Commissione Tecnica per rilevare le attività gravose (basati su dati INAIL, INPS e ISTAT) sono inidonei a rivelare l’effettiva gravosità del nostro lavoro. Teniamo a mente che le nostre sono piccole micro-imprese famigliari che non possono permettersi di chiudere e dove la solidarietà tra componenti del medesimo nucleo familiare va a sopperire le assenze per infortunio o malattia, senza che ve ne sia una evidenza presso gli istituti statistici, pensionistici o preposti alla tutela degli infortuni sul lavoro.” Nella nota trasmessa al Governo e alle Commissioni Parlamentari lo SNAG-Confcommercio insieme al Sinagi-Cgil e Fenagi-Confesercenti chiedono “al Governo ed al Parlamento di approfondire la natura e le specificità dell’attività lavorativa posta in essere dagli edicolanti e valutarne l’inserimento tra le categorie di lavoratori addetti allo svolgimento di attività gravose”.