La Rai è «sprecona e lottizzata». Va privatizzata tutta. Ci voleva Celentano a Sanremo affinché Libero giudicasse l’azienda di Viale Mazzini?
Certo che no, ma sicuramente la polemica innescata dal molleggiato da un’argomentazione in più.
Per Libero «in Rai sono tutti responsabili di quello che è successo. Tutti sapevano e tutti attendevano il botto». E il botto c’è stato, forse più rumoroso del previsto.
Nell’invettiva totalizzante di Celentano sono rientrati preti, giornalisti, la Consulta. Troppo?
Forse si, visto le conseguenze: scuse del dg al Vaticano; chiamata d’urgenza al vicedirettore Rai Antonio Marano per “commissariare” il Festival e vigilare sul Codice etico; proteste della Sipra per i 650 mila euro di spot persi per lo “sforamento” del molleggiato; dimissioni di Gianmarco Mazzi dopo 7 anni di direzione artistica.
Tuttavia l’audience c’è stato. Il pubblico ha atteso con ansia l’intervento di Celentano, ma non tutti l’hanno gradito. Nell’apparizione conclusiva di ieri c’è chi ha applaudito definendolo “un pezzo d’Europa” e chi ha “fischiato” dandogli del predicatore e invitandolo a cantare.
Anche la dirigenza Rai è rimasta divisa sull’operato del molleggiato. Per alcuni è stato «corretto e attento». Il presidente Rai, Paolo Garimberti, lo ha giudicato «di cattivo gusto» e «fuori contesto».
Che sia stato un successo o meno; un incidente o un piano studiato a tavolino per Libero «la celentaneide ha legittimato l’appello al governo affinché rimetta le briglie al brocco Rai».
La soluzione è giudicata nefasta dal giornale di Belpietro che argomenta: «non facciamo finta di credere che sia una diversa governance, versione inglese, a risolvere alcunché. Se si fa una Rai morigerata, tutta documentari e approfondimenti si ottiene il solo risultato di perdere ascolti e pubblicità, aumentando sia i buchi che i costi. La Rai va sbaraccata per essere valorizzata dal mercato. Teniamo allo Stato gli archivi e vendiamo tutto il resto, anche cambiando la legge Gasparri che ne impedisce la totale privatizzazione».
Per Libero una riforma tiepida che agisca solo sul numero e sulla sobrietà dei consiglieri non servirà a nulla. «Alla Rai si sono sperimentati consigli di ogni tipo, dai professori ai ricchi, senza mai cambiare d’un pelo la natura lottizzatoria e sprecona dell’azienda».
Che ne penserà Monti di questo duro cinismo?
Egidio Negri