La televisione resta “regina” dell’informazione ma cresce il “valore” di internet, percepito come un mezzo “più libero e disinteressato”. Sempre in calo, invece, le vendite dei giornali. E’ quanto emerge da un rapporto Censis/Ucsi su “I media personali nell’era digitale”. La centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l’80,9% degli italiani li utilizza come fonte ma, cresce l’utenza di internet, che nel 2011 sfonda la soglia del 50% della popolazione italiana, attestandosi al 53,1% (+6,1% rispetto al 2009).
Si conferma – avverte lo studio – «il periodo di grave crisi attraversato dalla carta stampata. I quotidiani a pagamento perdono il 7% di lettori in due anni». Sono il 54,4% gli italiani che si accostano a mezzi a stampa, accompagnati o meno da altri media, diminuiti rispetto al 60,7% del 2009. Il 45,6% è estraneo a questi media, percentuale aumentata rispetto al 39,3% di due anni fa.
La tv resta il mezzo più diffuso: lo utilizza il 97,4% della popolazione italiana. Ma è avvenuto un ampio rimescolamento al suo interno, legato alla diffusione del digitale terrestre. L’utenza della tv digitale terrestre è aumentata di oltre 48 punti percentuali tra il 2009 e il 2011 arrivando al 76,4% della popolazione, ovviamente a scapito della tv analogica.
Se i quotidiani a pagamento perdono il 7% di lettori tra il 2009 e il 2011 (-19,2% rispetto al 2007), la free press cresce di poco (+1,8%, salendo al 37,5%). I periodici resistono, specie i settimanali (28,5% di utenza), letti dal 36,4% delle donne e dal 20,4% degli uomini. Secondo la ricerca, è stabile la lettura delle testate giornalistiche on line (+0,5%, con un’utenza del 18,2%), che però – dice il Censis – «non si possono più considerare le versioni esclusive del giornalismo sul web, perché i diversi portali internet di informazione contano oggi un’utenza pari al 36,6% degli italiani».
Interessante notare come cambia il giudizio degli italiani sui giornalisti. Nonostante l’80,9% degli italiani li consideri molto o abbastanza informati, il 76,8% competenti e il 71,7% chiari nell’esposizione dei fatti, per il 67,2% i giornalisti sono poco indipendenti e per il 67,8% molto o abbastanza spregiudicati. Questo li rende poco affidabili agli occhi della metà della popolazione (il 49,8%). «Tra i giudizi negativi – scrive l’istituto di ricerca – spicca il dato sulle smanie di protagonismo dei professionisti dell’informazione, giudicate eccessive dal 76,3% degli italiani».
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