Ieri sera, nell’Infedele di Gad Lerner si è discusso ampiamente sui temi del V-day organizzato da Beppe Grillo per il 25 aprile: abolizione dell’Ordine dei giornalisti, abolizione dei contributi all’editoria e abolizione della legge Gasparri.
Per quanto riguarda il secondo punto, Luigi Zingales, consigliere indipendente di Telecom, ha posto il problema che i contributi all’editoria finiscono per mantenere in vita anche giornali mediocri mentre è la competizione del mercato a garantire la qualità.
Ma il vero rischio è che eliminando i contributi si danneggino solo le piccole realtà locali, quei quotidiani che sono fondamento di una società plurale e democratica ma che non potrebbero sopravvivere alle regole del mercato. E’ davvero “spreco” l’aiuto statale a questi giornali che non hanno alle spalle grandi finanziatori?
Massimo Mucchetti, del Corriere della Sera, ha messo in evidenza come negli USA, patria del giornalismo d’inchiesta, proprio questo tipo di giornalismo sta chiudendo a causa delle spese elevate (viaggi, investigazioni, ricerca delle fonti). Non si può negare che il giornalismo, quello vero, quello che fa notizia, che approfondisce, ha bisogno di soldi. No, quindi, all’eliminazione dei contributi statali ma sì ad una riforma che li distribuisca in modo più giusto.
Discutibile l’intervento di Maurizio Gasparri: “Per fare bella figura potrei dire che penso sia giusto eliminare i contributi alla stampa ma so che non sarà possibile…”
Fabiana Cammarano
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