Il fondatore e Ceo della Apple ha lasciato la guida dell’azienda. Steve Jobs fondò la Apple col suo amico Steve Wozniak il 1 aprile del 1976. Gli inizi furono duri, lavoravano nel garage dei genitori, senza soldi e senza mezzi ma con tanta passione e perseveranza. La Apple nel 1980 era già quotata in borsa.
Jobs è noto soprattutto per aver fatto conoscere al grande pubblico il primo computer con interfaccia grafica e con mouse.
Il primo tentativo fu fatto con ‘Apple Lisa’, progetto avviato nel 1978. Ma l’elevato costo e la lentezza del funzionamento non lo resero gradito al grande pubblico. Nel 1984 gli subentrò il Macintosch, un pc compatto e dotato di un’efficiente interfaccia grafica: icone, finestre, menù a tendina. Fu la svolta.
È lo stesso Jobs, nelle lezioni ai neolaureati di Stanford a spiegare che la chiave del suo successo sta nell’aver perseverato in scelte apparentemente folli: «tutto quello in cui inciampai semplicemente seguendo la mia curiosità ed il mio intuito si rilevò in seguito di valore inestimabile».
Jobs abbandona l’Università per scegliere personalmente la sua formazione. Una scelta difficile per un ragazzo con pochi soldi in tasca che lo portò ad una serie di sacrifici per cercare di risparmiare: dormiva sul pavimento, vendeva lattine vuote, faceva chilometri a piedi per mangiare. Fu attratto da un corso di calligrafia, era incuriosito da come si potesse imparare ad usare sapientemente i caratteri «in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico… nessuna di queste cose però aveva speranza di trovare un’applicazione pratica nella mia vita». Jobs si affidò alla curiosità e all’intuizione e 10 anni dopo questa esperienza gli fu fondamentale per il Mac, «dotato di una meravigliosa capacità tipografica» che affascinò il grande pubblico. Jobs elogia l’intuizione e la fede nel futuro, «non è possibile unire i puntini guardando avanti, potete unirli solo guardandovi all’indietro».
Jobs lascia un impero creato dal nulla per motivi di salute, con grande umiltà si fa da parte lasciando un’azienda che vale in borsa più dello Stato di New York con un insegnamento: «siate affamati e folli». E sentirselo dire da un uomo di scienze applicate ha tutto un altro valore.
Egidio Negri