La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione Stampa del Friuli Venezia Giulia denunciano la gravità e l’enormità di un licenziamento in tronco, per presunta “giusta causa” di un giornalista del Messaggero Veneto. Al di là dei fatti contestati al collega in due circostanze con apertura di un procedimento disciplinare, sconcerta ed è inaccettabile il fatto che la conclusione sia quella di una sanzione così grave e enorme come quella della privazione del posto di lavoro, senza tener conto di tutte le condizioni umane e professionali in cui si svolge la vita del collega.
Probabilmente dovrà essere un giudice ad accertare l’origine e le cause delle eventuali colpe – se vi sono – del giornalista licenziato, le responsabilità di comportamenti che comunque non sono tali da giustificare l’interruzione traumatica del rapporto di lavoro. Peraltro, la mancata considerazione della condizione psicofisica del giornalista, ben nota all’azienda, rende ancora più grave il provvedimento perché assunto a carico di una posizione debole nei confronti della “autorità” aziendale, alla quale spetta utilizzare le proprie risorse professionali nel modo adeguato rispetto alle condizioni di ciascuno. Il Sindacato dei giornalisti nazionale e regionale, solidale con il collega, lo affianca ora nella vertenza inevitabile per il reintegro e per la giusta considerazione delle problematiche legate al caso.
All’azienda, Finegil-Gruppo l’Espresso, l’invito a riconsiderare in sede sociale e sindacale la vicenda e a bloccare subito gli effetti del licenziamento, in sintonia con gli obiettivi di garanzia dei diritti delle persone poste tra le linee identificative del Gruppo.
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