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Libro di Craxi da Hammamet, nuove rivelazioni su trattativa con Ue

“C’e’ da chiedersi perche’ si continua a magnificare l’entrata in Europa come una sorta di miraggio, dietro il quale si delineano le delizie del Paradiso terrestre. Non sara’ cosi’. Alle condizioni attuali, dal quadro dei vincoli cosi’ come sono definiti, ad aspettare l’Italia non c’e’ affatto un Paradiso terrestre. Senza una nuova trattativa e senza una definizione di nuove condizioni, l’Italia nella migliore delle ipotesi finira’ in un limbo, ma nella peggiore andra’ all’inferno”. Quando Bettino Craxi da Hammamet scrisse queste parole, l’Italia aveva ancora la lira. Il primo Presidente del Consiglio socialista, morto nel 2000, non fece in tempo a vedere l’entrata in vigore dell’euro. Eppure cio’ che scrisse tra il 1994 e il 2000 conferma la sua lungimiranza da statista. Andrea Spiri e la Fondazione Craxi hanno raccolto gli scritti di Bettino da Hammamet, dove visse negli anni della disgrazia. Il libro, edito da Mondadori, ha il titolo : “Bettino Craxi. Io parlo e continuero’ a parlare”. Resta il rammarico per i giornalisti e per gli storici di non vedere ancora pubblicate le carte precedenti al 1994, quando Bettino Craxi aveva ripetuti incontri, ad esempio, con le famiglie Napolitano, Agnelli, Berlusconi. Nel libro c’e’ solo un appunto precedente al 1994. Si tratta di uno scritto di Francesco Rutelli del 3 luglio 1991, in cui il futuro sindaco di Roma si lamentava con Craxi della mancata pubblicazione sull’Avanti di una lettera sul ‘riformatore ecologico’. “Ci e’ parso – scrisse Rutelli – che questo potesse essere apprezzato dal Psi e comunque considerato come un contributo di dialogo non disprezzabile”. La lettera di Rutelli si conclude: “Con molta cordialita’, tuo”. Qualche anno dopo Rutelli dichiaro’ di voler vedere Craxi “prendere il rancio nelle patrie galere”.  Stefania Craxi, Presidente onorario della Fondazione, non esclude in futuro di pubblicare cio’ che e’ ancora inedito: “Questo libro e’ la prima puntata”. Per Stefania Craxi “Renzi somiglia piu’ a Berlusconi che a Craxi. Negli ultimi 20 anni la politica ha abbandonato il suo ruolo di guida. Si preferisce accarezzare gli istinti della gente, piuttosto che guidarli. Craxi riuniva la direzione del Psi ogni settimana, il Comitato centrale ogni mese. Berlusconi e Renzi sembrano avere paura del confronto”. Sulla legge elettorale, tuttora argomento di discussione parlamentare, Craxi scrisse da Hammamet: “Il bipolarismo e’ un conto, il bipartitismo un altro. Bisognerebbe farla finita con la demonizzazione retorica del principio proporzionale che, benche’ carico di difetti, resta il principio democratico per eccellenza. Un sistema elettorale percio’ a due turni. Il primo proporzionale con quota di sbarramento. Il secondo con elezione del premier, scelta della coalizione e premio di maggioranza. Sarebbe un’ottima soluzione, ma non se ne fara’ certamente nulla. Si marcia verso sistema maggioritari che, rispetto alla realta’ della societa’ politica italiana, rappresentano soluzioni violente o soluzioni pasticciate”.

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