L’Italia è tra i primi cinque Paesi in Europa con la maggiore produzione letteraria. Ad affermarlo è la Federazione degli Editori Europei (Fep, Federation of European Publishers), ma la situazione particolare in cui versa il settore spinge a cercare di approfondire questo discorso. Già perché anche tra le difficoltà degli editori italiani, dall’ultimo Salone del Libro di Torino è stata lanciata la riscossa. Un’indagine svolta da Tiendeo.it ci aiuta a capire perché.
Partiamo dalle abitudini di lettura: nel corso dell’ultimo anno la lettura di libri di carta ha fatto segnare un +1,2%: circa il 42% degli italiani, in pratica, ha letto un libro stampato negli ultimi dodici mesi. Per quanto riguarda gli ebook, i lettori italiani sono tra i 4 e i 5 milioni per un calo del 5,6% (circa 277.000 persone) rispetto all’anno precedente.
Secondo quanto rilevato da Tiendeo.it, fino al 2012 gli utenti del sito mostravano uguale interesse per libri digitali e cartacei, con una media di circa 3.000 ricerche al mese. Poi a ottobre 2012 l’inversione di tendenza, che ha fatto registrare la diminuzione dell’interesse verso gli ebook. Nel rapporto si legge che “nel 2012, la media della differenza tra ricerche di libri cartacei rispetto a quelli digitali era del 38%, mentre nel 2016 è del 483% a favore del cartaceo. I rivenditori di libri stampati sono più consultati di circa 5 volte rispetto agli ebook”.
Eppure fin dall’annuncio con cui Amazon lanciò il suo primo Kindle, era il “lontano” 2008, si parlava della “rivoluzione del mondo dell’editoria”. In quello stesso anno il portale americano Statista previde che nel 2017, ci siamo quasi, le vendite dei libri digitali avrebbero superato quelle dei cartacei. La realtà è ben diversa e infatti “studi recenti indicano che l’industria del libro tradizionale ha superato la crisi economica, mentre la leggera crescita delle pubblicazioni elettroniche è in stallo”.
Lo studio di Tiendeo.it si concentra poi sull’evoluzione recente del settore: “dopo un quinquennio di declino, il 2015 segna la crescita delle pubblicazioni cartacee in Italia. Secondo i dati forniti dall’Associazione Italiana Editori (Aie), infatti, il nostro Paese ha registrato un aumento di oltre 0,7% rispetto alle stime per l’anno precedente relative alle vendite di libri attraverso i tradizionali canali di vendita”. Nel 2015, dati Aie, la carta stampata ha generato guadagni per circa 1 miliardo e 200 milioni per 90,9 milioni di copie vendute.
Sempre nel 2015 le vendite di ebook hanno raggiunto il 4,3%, generando un fatturato di 51 milioni. La crescita è stata piuttosto esigua, si può parlare di un vero e proprio stallo, rispetto al 2013, quando le vendite si erano attestate al 4%. Non che in altri Paesi europei i numeri siano molto diversi. In questa speciale classifica, infatti, l’Italia si colloca alle spalle di Francia (6%) e Spagna (5%). Questo significa, spiega ancora il rapporto di Tiendeo.it, che “pur non avendo raggiunto le ottimistiche previsioni elaborate nel 2008, gli ebook hanno trovato ed occupano una significativa posizione di nicchia”.
Il comparto degli ebook è piuttosto particolare. La distribuzione in Italia è assicurata per la maggior parte da distributori locali. Tra di loro spicca Edigita, unica realtà a “spostare il contenuto verso venditori internazionali o rivenditori locali di ebook nel Paese”. Ma questo mercato ha anche una seconda connotazione piuttosto interessante, che potrebbe portare a positive novità nel futuro (anche vicino): “anche se il 41,2% della quota di mercato appartiene a grossi gruppi, il numero degli editori indipendenti è aumentato rispetto al 2015 (+31% nel 2016) segnando un punto a favore del mercato del libro”. Che sia questa la strada, o una delle strade, da percorrere per i piccoli editori?
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