La proposta di adottare misure di protezione per due giornaliste, Gisella Cicciò de La Gazzetta del Sud e Rosaria Brancato di Tempostretto, “affinché possano continuare a esercitare il loro lavoro di croniste” è stata esaminata alla Prefettura di Messina dove, il 2 dicembre 2015, si è riunito il coordinamento interforze, del quale fanno parte i dirigenti delle forze di polizia. Alla riunione, su invito del prefetto Stefano Trotta, hanno partecipato le due giornaliste, l’editore di Tempostretto, il vicepresidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Santino Franchina, e il segretario dell’Ordine regionale dei giornalisti della Sicilia, Concetto Mannisi. L’incontro è stato convocato in considerazione delle ripetute intimidazioni nei confronti di alcuni giornalisti. Le minacce più pesanti sono state denunciate. La Polizia postale sta facendo indagini in merito a messaggi minacciosi via web. In particolare le minacce riguardano i giornalisti impegnati a documentare i clamorosi sviluppi di uno scandalo con risvolti giudiziari per il quale sono indagati più di metà dei componenti il consiglio comunale di Messina. Le difficoltà dei cronisti e le intimidazioni che alcuni di loro subiscono sono stati rivelati pubblicamente il 22 novembre in un articolo del giornale online Tempostretto, nel quale si parla di “campagne diffamatorie che metterebbero a repentaglio la sicurezza personale e la serenità familiare, portate avanti anche sul web, nei confronti” delle due giornaliste e dell’intera redazione di Tempostretto.
L’articolo si conclude con queste considerazioni: “C’è chi non vuole che Messina sia una città nella quale poter esercitare questa professione con libertà e serenità. La società editrice di Tempostretto non la pensa così e continuerà a battersi al fianco della redazione affinché la libertà di stampa sia il principio cardine della democrazia. E lo farà in tutte le sedi opportune”. Queste considerazioni sono state condivise dai partecipanti alla riunione in Prefettura. Gli ultimi episodi sono legati alla recente inchiesta giudiziaria della Procura di Messina denominata “Gettonopoli” nella quale sono coinvolti 23 dei 40 consiglieri comunali, accusati di truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso ideologico, per avere falsamente dichiarato la loro presenza a sedute di lavoro al fine di ottenere il pagamento di gettoni di presenza. I comportamenti illeciti dei consiglieri comunali sono stati rilevati dalle indagini effettuate nel corso del 2014 e all’inizio del 2015 dalla Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali della Polizia di Stato), mediante intercettazioni telefoniche e ambientali e riprese video. Nelle intercettazioni ci sono anche le voci di giornalisti che parlano con consiglieri comunali per ottenere informazioni. Queste intercettazioni sono state utilizzate da alcuni per accusare i cronisti di essere complici degli illeciti. La stampa locale che riferiva gli sviluppi dello scandalo è stata ripetutamente attaccata e denigrata sul web. Nei mesi scorsi il clima si è fatto sempre più teso. All’inizio dell’anno, durante una conferenza stampa, il sindaco di Messina ha attaccato la stampa provocando la protesta dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Associazione regionale della stampa. Durante il 2015 c’è stato un crescendo di attacchi diretti a screditare la testata Tempostretto e la stampa messinese. Molti attacchi sono stati fatti sui social network da parte di gruppi che si dicono vicini all’attuale amministrazione guidata dal sindaco Renato Accorinti.
“Noi cronisti vogliamo lavorare serenamente. La libertà di stampa – ha dichiarato Rosaria Brancato ad Ossigeno – significa proprio questo: potere scrivere ciò che accade e interessa i cittadini senza per questo subire intimidazioni e pressioni. Spesso, sbagliando, si pensa che in Sicilia a impedire la libera informazione siano soltanto i mafiosi. In realtà bisogna difendersi anche da altri, da chi usa la calunnia, la diffamazione, da chi insinua il sospetto sulla buona fede dei cronisti e li attacca strumentalmente mettendo in dubbio tutto ciò che scrivono”. Nel corso dell’incontro in Prefettura, i due rappresentanti dell’Ordine dell’Ordine dei Giornalisti hanno sottolineato che ulteriori difficoltà al lavoro dei cronisti derivano dal fatto che “l’Amministrazione comunale di Messina non si è dotata di un idoneo ufficio stampa, deputato a curare i collegamenti con gli organi di informazione e ad assicurare il massimo grado di trasparenza, chiarezza e tempestività delle comunicazioni da fornire nelle materie di interesse dell’amministrazione”. Il Prefetto ha preso nota e ha auspicato che l’Amministrazione comunale si mostri disponibile a recepire tali istanze.