Se non è rivoluzione, ci manca poco: ecco i “nuovi” Libero e Il Giornale targati Angelucci. Mario Sechi sarà alla direzione del primo, in coabitazione con Daniele Capezzone nuovo editoriale editoriale. A Il Giornale, invece, torna Alessandro Sallusti insieme a Vittorio Feltri. Sallusti sarà il direttore responsabile, Feltri quello editoriale. La nomina è stata decisa dal consiglio d’amministrazione della società editrice del quotidiano milanese.
A Libero, inoltre, arriveranno in veste di editorialisti quattro nuove firme fisse. Si tratta di Pietrangelo Buttafuoco, Annalisa Chirico, Giordano Bruno Guerri e Marco Patricelli. “Libero è un cantiere aperto – si legge nella nota di Editoriale Libero srl – l’editore ringrazia Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri per gli eccellenti risultati raggiunti, per la loro voce libera e controcorrente, e augura buon lavoro alla nuova direzione che dovrà misurarsi con i cambiamenti sempre più profondi e veloci dell’editoria. In questo scenario, Libero aumenterà la sua già significativa
presenza digitale con nuovi progetti e format editoriali, nel segno di una identità e vivacità intellettuale che è sempre stata la cifra giornalistica e culturale dello straordinario giornale che fu fondato 23 anni fa da Vittorio Feltri”.
A Il Giornale, invece, dopo la conferma dei tre vice direttori, Nicola Porro, Francesco Maria Del Vigo e Marco Zucchetti, arriveranno Osvaldo De Paolini – in veste anch’egli di direttore – e Mike Pompeo, già segretario di Stato americano con Edward Luttwak. Augusto Minzolini, direttore uscente, sarà tra gli editorialisti del quotidiano. “Nelle prossime settimane, di intesa con la direzione, verranno annunciate altre novità necessarie per rafforzare una delle testate storiche del panorama editoriale italiano – si legge in una nota dell’editorie -. È stato espresso, inoltre, un ringraziamento particolare alla famiglia Berlusconi che resta socio azionista, dando un importante segnale di quanto fermamente creda nel progetto”.
Libero e Il Giornale partono, da subito, con i nuovi assetti. E con l’idea di fare un network, ma non un “giornale unico” del centrodestra.