Grande attesa e anche una valanga di polemiche, legate prevalentemente all’annosa questione dei blogger non retribuiti ma non solo, hanno caratterizzato l’esordio della versione italiana dell’Huffington Post lanciata il 25 settembre scorso. Ma cosa è successo in questo mese? Gli obiettivi di traffico, di visitatori a poco più di un mese come procedono? Quale la realtà dopo l’inevitabile boom del primo giorno? In assenza di dati ufficiali Audiweb e di dichiarazioni dei diretti interessati abbiamo cercato di capire quale sia l’andamento della neo nata testata all digital. Human Highway, società di ricerche online che fra gli altri servizi offerti propone l’analisi delle condivisioni per testata e per articolo, ha prodotto in esclusiva per l’Osservatorio europeo di giornalismo l’analisi dell’amplificazione sociale prodotta dagli utenti, dalle persone, attraverso i social network relativamente al quotidiano online diretto da Lucia Annunziata.
Dal 25 settembre al 25 ottobre sono stati analizzati i contenuti di attualità pubblicati sul sito della testata in questione e sono state monitorate le condivisioni dei lettori su Facebook, Twitter e Google Plus così da verificare risonanza e amplificazione degli articoli pubblicati ipotizzando che possa essere un parametro significativo dell’interesse e dell’attenzione nei confronti di L’Huffington Post.
Dopo il primo giorno che ha registrato 7046 condivisioni totali (3340 da Facebook, 3242 da Twitter e 464 da G+) dei 132 articoli pubblicati quel giorno, l’intensità è piuttosto bassa e pare anche mostrare un trend calante. Se si escludono infatti i fine settimana, dove anche il numero di articoli pubblicati è decisamente ridotto tanto quanto lo sono le condivisioni, si passa comunque da 1600/1700 condivisioni a poco più di 1000 negli ultimi due giorni presi in considerazione (#).
Una tendenza che, seppur non si tratti di dati ufficiali, che pure, come ho avuto di segnalare commentando se non l’inaffidabilità quanto meno l’estrema parzialità dei dati Audiweb, che certamente non brillano per completezza, pare essere confermata da Alexa che registra la medesima tendenza con un netto calo dopo il primo giorno nonostante il supporto per un lungo periodo da parte di Repubblica.it, vera corazzata dell’informazione online in Italia con circa 1,5 milioni di utenti unici nel giorno medio a settembre, che infatti, sempre secondo quanto riporta Alexa, ha generato ben il 24,8% delle visite.
La versione Spagnola, l’ultima nata, dopo un mese, a fine luglio di quest’anno, secondo quanto dichiarato dalla Direttrice Montserrat Domínguez, avrebbe raggiunto 1,2 milioni di utenti unici e 10 milioni di pagine viste. Numeri che, in assenza di dati ufficiali, vanno presi con le pinze poichè possono variare significativamente in funzione della fonte, che sicuramente beneficiano di visite dall’America Latina così come avviene per El Pais, El Mundo e le altre testate online in castellano.
Anche la versione francese, realizzata in partecipazione con Le Monde e LNEI [Les Nouvelles Editions Indépendantes], anche se si posiziona al di sotto dei principali giornali online della Francia, ha numeri interessanti con quasi 7 milioni di utenti unici nel mese e 18,5 milioni di pagine viste. Ancora una volta una parte del traffico [ circa il 20% da febbraio, dalla nascita, ad agosto] arriva dall’estero, da altre nazioni in cui si parla francese presumibilmente,e non sono mancate le polemiche sui vantaggi ottenuti grazie al fatto di essere sorto sulle ceneri di LePost e sulla bassa capacità di attrazione che paiono avere gli articoli prodotti dai blogger d’oltralpe che generano solamente l’8% del totale delle visite mensili.
La versione per la Gran Bretagna, dopo un inizio deludente che ha portato appunto ad una strategia di ulteriore espansione attraverso la partnership con editori locali, ora fa numeri interessanti anche se la qualità giornalistica lascia abbastanza desiderare il 17% del traffico, delle visite al sito, arriva dagli USA.
Tornando alla versione italiana, nonostante un mese sia un periodo ridotto per valutare il successo, o meno, di un’iniziativa, pare insomma che al boom iniziale stia facendo seguito uno sboom e vengono tradite anche le dichiarazioni iniziali del Vice Direttore di Huffington Post Italia Gianni Del Vecchio che aveva affermato in un’intervista che “….niente soft porno né donne senza veli. Stimolare curiosità rimane sempre un nodo centrale, ma non deve rappresentare una scorciatoia a sfondo sessuale”. Affermazione prontamente smentita nei fatti in più di un’occasione cedendo a immagini non in linea con le dichiarazioni rese e “boxini morbosi”.
L’Huffington Post in Italia è arrivato dopo se stesso, e, al momento, si vede.
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