Dopo i computer e i social network (Twitter è solo l’ultimo in ordine di tempo) i pirati informatici allargano i propri orizzonti e puntano il mirino su televisioni, case, e altri oggetti di uso quotidiano.
Il presupposto per preparare l’attacco è duplice: gli oggetti di nuova generazione devono essere connessi a internet e devono avere una tecnologia smart. Se il prodotto vanta queste due caratteristiche, allora qualsiasi hacker può penetrare nelle barriere difensive del sistema informatico e violare la privacy degli utenti. Una volta che l’obbiettivo è stato raggiunto, il rischio maggiore non è quello che il cyber criminale decida quale canale televisivo fare guardare alla propria vittima. In gioco c’è molto di più: l’accesso alla televisione, per esempio, può consentire al pirata di rubare i codici della carta di credito con cui si acquistano film o eventi sportivi.
Oltre alla televisione, la nuova frontiera del sabotaggio online comprende le automobili, il riscaldamento, i decoder e le case di ultima generazione. Un problema di non poco conto che sta spingendo le più grosse compagnie informatiche verso la ricerca di una soluzione. La prima della lista è Intel che ha già assoldato un gruppo di esperti, composto in parte da ex hacker, per cercare di evitare il concretizzarsi di questa minaccia. Insomma nei prossimi anni, oltre ad aggiornare l’antivirus del computer, potremmo essere costretti a scaricare le protezioni per tutti i nostri prodotti connessi alla rete. Una piccola perdita di tempo necessaria per salvare risparmi e conti in banca.
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