La lettura può diventare uno strumento di crescita economica e culturale purché si sviluppi una politica adeguata. Questo l’appello del neopresidente dell’Associazione Italiana Editori, Federico Motta, alle istituzioni. Motta vede nella lettura “una base di sviluppo del Paese”, non chiede soldi ma solo riferimenti e certezze.
Il presdiente dell’Aie ha spiegato all’AdnKronos che “finché la politica non arriva a considerare la lettura come la base di sviluppo del Paese, rimarremo sempre limitati e indietro rispetto agli altri Paesi. Il punto è assumere la lettura come elemento fondante del nostro Paese. Non riusciremo mai a far crescere i consumi culturali se prima non avremo fatto crescere la lettura”.
Motta ricorda che le competenze tecniche e culturali per sviluppare un discorso legato alla lettura ci sono, ora però bisognerebbe portare avanti progetti concreti: “Siamo disponibili a dare il nostro contributo, ma vorremmo che tutto avvenisse in una situazione di trasparenza e di effettiva volontà di operare”. Una priorità? La questione legata al diritto d’autore: “È un valore che va preservato. Il problema è preservare il lavoro di tutta la filiera del libro, partendo dall’autore, nell’ambito del rispetto della proprietà intellettuale. Il diritto d’autore consiste nella valorizzazione del lavoro e della creatività e quindi va difeso”.
Ma il presidente Aie individua anche altri fronti per una discussione con le istituzioni. In particolare, secondo Motta bisognerebbe esportare in Europa l’equiparazione del libro digitale a quello cartaceo. La decisione di abbassare l’Iva sugli ebook dal 22 al 4%, e raggiungere la stessa percentuale dei libri di carta, risale alla legge di stabilità approvata lo scorso dicembre. Motta esprime la sua gratitudine verso il ministro Franceschini “perché sulla questione dell’applicazione dell’Iva ai prodotti digitali, paragonati al libro cartaceo, si è speso in prima persona con noi”.
Secondo il presidente degli editori il risultato è importante ma bisogna guardare avanti: “Adesso dobbiamo supportare il ministro nella battaglia europea, perché l’Italia non venga sanzionata” e per far valere lo stesso principio approvato nel Bel Paese anche nel resto d’Europa.
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