Il 5 giugno scorso, è giunta nella redazione del quotidiano “Libero” una misteriosa busta indirizzata al Direttore Maurizio Belpietro.
In effetti, il plico, bloccato nella portineria della sede del giornale, conteneva un foglio, scritto a mano, con il logo e la firma delle Nuove Brigate Rosse.
Al suo interno è stata rilevata la presenza di una polverina bianca, un messaggio minatorio nei confronti del destinatario ed una chiara invettiva contro l’attuale classe politica.
Immediatamente sono state chiamate le Forze dell’Ordine che, a loro volta hanno dato l’allarme alla Digos e ai Vigili del Fuoco i quali, per alcune ore, hanno isolato l’intera redazione ed impedito il normale transito nell’edificio dei residenti o di eventuali frequentatori occasionali.
La Digos che ha provveduto ad ispezionare la strana polverina, ha stabilito che, contrariamente a quanto indicato nel testo, la sostanza non presentava elementi di tossicità.
Tuttavia, per ovvi motivi di sicurezza, sia la custode del palazzo che i 2 poliziotti che scortano Belpietro, avendo toccato la busta, sono stati portati in Ospedale per i necessari accertamenti.
Fortunatamente, anche sulle persone, i controlli sanitari hanno rilevato che il contatto con la polvere bianca non ha causato loro alcun danno.
L’ episodio increscioso, si aggiunge ad altri casi precedenti, molto simili, accaduti di recente, alla redazione de “Il Giornale” e del “Corriere della Sera” e anche alle sedi delle due redazioni de “La Sicilia” di Catania e “Il Giornale di Sicilia” di Palermo.
Anche in tutti questi casi, il ritrovamento di una sostanza racchiusa all’interno di un plico, una volta analizzata, si è rivelata innocua.
Tuttavia preoccupa l’escalation di questi episodi malavitosi ed il clima di tensione, sempre più forte, che ultimamente si agita intorno al settore dell’informazione.
Infatti, in merito al caso Belpietro, sono intervenuti la FNSI e i maggiori esponenti delle istituzioni politiche, che hanno espresso dure parole di condanna per il gesto, ma anche sconcerto e turbamento per il moltiplicarsi di casi come questo.
Infatti, queste pericolose organizzazioni, attraverso atti intimidatori, mirano, chiaramente, a minare la libertà d’espressione colpendo coloro che , con il loro lavoro quotidiano ed appassionato, la difendono e la rappresentano.
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