Concorrenza tra grande e piccola distribuzione libraria, c’è il rischio che la diffusione della lettura possa essere subordinata a interessi economici speculativi. Ne è convinto il deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi che, attraverso una nota, annuncia di voler presentare al ministro della Cultura Dario Franceschini un’interrogazione per chiedere il monitoraggio della legge Levi.
Secondo Anzaldi sarebbe opportuno “attuare maggiori e più efficaci controlli soprattutto nei confronti delle grandi case editrici e sulle catene di distribuzione. È necessario comprendere i limiti dell’attuale impianto e prevedere interventi correttivi”. Questo perché, spiega ancora il deputato, i grandi gruppi “stanno schiacciando sempre più le librerie ancora presenti sul mercato. Nel nostro Paese, purtroppo, le librerie ancora non godono dello stesso trattamento che gli altri Paesi Europei gli riservano. All’estero gli viene riconosciuto, giustamente, un ruolo culturale e sociale di primaria importanza e vengono tutelate attraverso apposite leggi”.
In realtà anche l’Italia ha la sua legge: la legge Levi, introdotta nel 2011, è “una norma che viene in soccorso di queste piccole realtà culturali”. Questa legge fissa al 25% lo sconto massimo applicabile al prezzo di copertina e vieta di realizzare più di una campagna promozionali all’anno. “Questo per contrastare colossi come Amazon che avevano iniziato ad applicare sconti pari al 40%”, scrive ancora Anzaldi nella nota.
In questo momento la legge Levi è a rischio poiché esiste la concreta possibilità venga inserita nel ddl Concorrenza una norma per la sua abrogazione. Ma in ogni caso, sottolinea il deputato, l’entrata in vigore della legge Levi “non ha risolto i problemi, se e è vero che i grossi gruppi continuano a impazzare schiacciando le piccole librerie di quartiere, che fanno sempre più fatica a restare in vita”.
Per poter davvero fare qualcosa ci sarebbe bisogno “di un’effettiva e rigorosa applicazione della legge per fornire un maggior supporto alle piccole librerie, un sostegno a chi vuol fare della cultura, e soprattutto di un suo sogno, un lavoro che aiuta a conoscere il mondo, ad amare il bello e a tenere viva la nostra anima”, conclude la nota di Anzaldi.
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Ancora più efficace di così?
Comunque sarete contenti: la gente compra meno, le grandi catene stanno da dio, le piccole librerie chiudono come sempre.