Una legge per chi legge. Verso la riforma dell’editoria. Questo è il titolo dell’incontro che si è tenuto al Salone del Libro di Torino sul ruolo dei giornali locali per il pluralismo e per la promozione della lettura e degli editori locali. L’appuntamento è stato promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane – Comunicazione con la presenza di File (Federazione Italiana Editori Indipendenti), Mediacoop e Fipeg (Federazione Italiana Piccoli Editori di Giornali).
Carlo Scarzanella, vice presidente di Aci Comunicazione, ha moderato il dibattito, ricordando la grande campagna condotta in seno all’Alleanza con lo slogan “Meno Giornali = Meno Liberi” che ha coinvolto le diverse sigle rappresentative dell’editoria locale, nonché direttamente editori e direttori di giornali presenti sul territorio.
Lidia Gattini, della coop. Mandragola, ha sottolineato l’importanza derivante dal cambio di approccio ad un tema così delicato: oggi finalmente si è passati a parlare di “Un fondo per il Pluralismo” anziché parlare genericamente di misure di sostegno, con un’accezione certo logica e funzionale all’obiettivo. È stata anche sottolineata la delicatezza della gestione di una massa di informazioni che passano attraverso il web e che necessitano della verifica delle fonti, tema ben noto alle redazioni strutturate ma semisconosciuto a molti attori del web.
La Gattini ha poi presentato un interessante progetto per una piattaforma di condivisione delle notizie che verrà sperimentata tra diverse redazioni per poter accedere a contenuti comuni e che permetterà anche la condivisione degli inserzionisti pubblicitari che potranno così accedere ad un network di quotidiani locali.
Manuel Poletti ha portato la sua esperienza di direttore di Settesere, giornale ravennate che ha appena celebrato 20 anni di presenza sul territorio. I temi richiamati, condivisi dagli altri partecipanti, riguardano la garanzia di sostegno alla pluralità dell’informazione e la delicatezza di una “legge delega” che, nei fatti, rinvia a successivi decreti applicativi la sua vera sostanza. Al termine del suo intervento, Poletti ha richiamato l’attenzione sulle difficoltà affrontate dai giornali locali che vogliano allargarsi al web per avvicinare nuovi lettori e alla necessità di garantire un sostegno esterno vista la ancora risibile remuneratività di tali iniziative.
Il vice presidente di Aci Comunicazione ha infatti sottolineato che, sebbene il giudizio sull’impianto della legge sia tutto sommato positivo, alla fine “tutto è legato al reperimento dei fondi”. Molto bene l’istituzione del Fondo per il pluralismo, ma “naturalmente questo poi va supportato con il ‘vil denaro’. Perché se è vero che ci troviamo davanti a quella che potrebbe essere una svolta sul ragionamento sull’editoria locale, continuiamo a rischiare di trovarci davanti alla tomba della piccola editoria”.
Scarzanella si è soffermato sul rapporto tra piccola editoria e territorio, “fondamentale per un Paese democratico”, e ha raccontato che “le concentrazioni editoriali falsano il mercato e le opinioni e perciò è importante che ci siano più voci”. Per non parlare dell’importanza che queste voci ricoprono per “i giovani giornalisti e per chi vuole iniziare un percorso in questa attività, perché oggi non c’è altra strada”. Prima di chiudere il suo intervento, Scarzanella ha ricordato il progetto iniziato qualche settimana fa per la realizzazione di una piattaforma che potrebbe essere utilizzata da tutti i giornali locali per creare una sinergia che potrebbe portare una serie di benefici ai tanti piccoli attori del settore.
Subito dopo è intervenuto Gian Luca Fantinuoli, vice presidente della Federazione Italiana Liberi Editori. Fantinuoli ha ribadito l’assoluta necessità di una legge chiara che, senza ricorsi a ulteriori deleghe, permetta ai piccoli editori di poter contare su fondi certi e preventivamente garantiti. Il vice presidente della File si è poi concentrato sul sostegno al pluralismo, garantito dalla Costituzione Italiana, prendendo in esame una ricerca dell’Università di Oxford: nel 2008 l’Italia, con 43 euro pro capite, occupava il 5° posto (tra i 6 Paesi presi in esame dalla ricerca) per incidenza del contributo pubblico all’editoria, dopo Finlandia – prima con € 1.307 p.c. – Germania, Regno Unito e Francia, davanti solo agli Stati Uniti.
Le testate beneficiate dal contributo per il pluralismo sono circa 250 e rappresentano un universo stimato per difetto in circa 10.000 persone. Tra di loro ci sono 2.500 giornalisti, 1.000 poligrafici, 1.000 collaboratori oltre a fotografi, agenzie di stampa, service editoriali, tipografie, società di distribuzione, trasportatori ed edicole. Universo che è presente in maniera capillare sul territorio, lo presidia, interviene fisicamente sui fatti e, soprattutto, ne attesta l’autenticità, svolgendo quella funzione propria del giornalismo di strada.
A differenza di grandi strutture, oggi purtroppo alle prese con ristrutturazioni numeriche molto importanti, necessarie a ridimensionare i costi delle stesse ricorrendo a tagli ed ammortizzatori sociali, questo universo può ancora offrire una porta di accesso ai giovani che intervengono nelle redazioni con un linguaggio fresco, dinamico e più vicino ai loro coetanei. Ma anche questa opportunità ha un prezzo: non è infatti possibile gestire un processo di trasformazione del panorama editoriale verso il digitale senza sostenere quelle strutture, tradizionali e strutturate per la carta, che forniscono sostegno economico e linfa vitale all’intero sistema e che dovranno continuare a fornirle fino al completamento di tale processo evolutivo.
L’incontro si è chiuso con l’intervento di Pietro Policante, presidente della Fipeg, che ha potuto illustrare i benefici raccolti dagli editori di periodici locali grazie alla legge regionale che prevede forme di sostegno diretto a tali realtà.
Al termine del dibattito i protagonisti si sono salutati con l’auspicio che la politica riesca a garantire agli editori la reale possibilità di fare impresa con un modello di supporto al pluralismo che preveda anche una trasformazione del sistema, ma che non danneggi e impoverisca ulteriormente un comparto già gravemente provato. A tale scopo si è prefigurato un maggior coordinamento tra i diversi attori coinvolti per presentare le proprie istanze al Governo.
Nel corso della giornata Aci Comunicazio ha organizzato un secondo appuntamento, dedicato a “Investire in nuovi lettori, garantire la bibliodiversità per far crescere cultura e democrazia”. Dopo aver discusso sul sostegno al pluralismo, questa volta il tema ha riguardato il modo in cui Stato, Regioni ed Europa possano intervenire in modo complementare per promuovere la lettura.
All’incontro hanno preso parte l’europarlamentare Mercedes Bresso e Antonella Parigi, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte. Il presidente dell’Alleanza Cooperative Turismo e Beni Culturali, Andrea Ferraris, ha spiegato a margine del dibattito che “serve un impegno importante e coordinato per sostenere in modo concreto quella che abbiamo voluto chiamate bibliodiversità. Investire in nuovi lettori significa investire in una crescita culturale complessiva della società. La cooperazione ha un ruolo fondamentale in questo contesto, sia nel garantire servizi cultuali e presidi di cultura nei territori locali, sia perché espressione di tante voci di eccellenza nell’editoria, nella distribuzione, nella fruizione e nell’informazione. Abbiamo accolto con favore le indicazioni giunte dalle istituzioni presenti, dall’Europa alle Regioni. C’è consapevolezza dell’importanza del sostegno a questa tematica e dall’incontro di oggi si potrà partire con una serie di azioni coordinate tra tutti i soggetti coinvolti: un bel risultato”.
A cura di Gian Luca Fantinuoli e Andrea Esposito
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