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LEGGE EQUO COMPENSO. TUTTI I PROTAGONISTI CHE SIEDERANNO AL TAVOLO DELLA COMMISSIONE DEL 4 MARZO

Durante la riunione si dovranno definire le modalità di retribuzione da riconoscere ai free lance e ai collaboratori autonomi, e si dovrà redigere l’elenco dei media che garantiranno il rispetto di questa equità. Le aziende che intenderanno fare richiesta per avvalersi dei contributi pubblici per l’editoria, dovranno, per legge, essere presenti in questo elenco per un tempo minimo di sei mesi dalla sua attuazione.

Presidente della commissione sarà il sottosegretario all’Editoria, Paolo Peluffo. Presenti anche il presidente dell’Inpgi (Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti Italiani) Andrea Camporese, il segretario generale aggiunto della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana) Giovanni Rossi, ed Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine dei giornalisti. Faranno parte della commissione anche un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e uno dello sviluppo economico. Una delle sedie più importanti dell’intero tavolo è senz’altro quella dei rappresentanti degli editori. Uspi, Mediacoop, File, Fieg e stampa estera per la carta stampata, ma anche Aeranti Corallo e frt per le televisioni. Atteso il momento delicato che sta attraversando l’editoria con chiusure dei quotidiani, perdita di investimenti pubblicitari ed il ricorso a piani di crisi e cassa integrazione, è auspicabile che questo incontro in Commissione sia da spunto per trovare una via di uscita alla crisi che attanaglia il sistema. E per far questo è necessario che ognuno faccia una proposta. Non soltanto la Fieg. Anzi, le altre associazioni, molte di esse anche con numeri di associati ben più lunga rispetto a quella dei “grandi”, rappresentano il fulcro centrale dell’editoria nazionale. In ordine sparso, Salani, Vetere, Bagnardi, Anselmi, Piller, Rossignoli, Rebecchini. Ecco chi dovrebbe sedersi a quel tavolo. E fa nulla se staranno un po’ stretti e che qualcuno arriccerà il naso. L’editoria non è solo dei grandi, ed il momento storico è troppo importante per far finta di nulla o prendersela con qualcuno. Bisogna remare tutti dalla stessa parte e cercare di traghettare il comparto in un porto sicuro, lontano dalla crisi.

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