LEGGE EQUO COMPENSO: GOVERNO PREPARA EMENDAMENTI. PROBABILI NUOVE AUDIZIONI PER ASCOLATERE PICCOLI EDITORI

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Il presidente del Senato, Renato Schifani, il 4 aprile scorso ha firmato l’assegnazione in sede deliberante alla commissione Lavoro della proposta di legge recante norme per promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico. «Con tale procedura – ha dichiarato Schifani – ho inteso dare seguito all’impegno per un sollecito esame del provvedimento al Senato, come già preannunciato al momento dell’approvazione del testo da parte della Camera dei deputati». Il provvedimento aveva ottenuto il via libera della commissione Cultura della Camera il 28 marzo.
Il Governo ha in questi giorni annunciato che presenterà emendamenti al provvedimento. Lo ha anticipato il viceministro al Welfare Michel Martone. La necessità di «approfondimenti» in vista di possibili modifiche viene espressa anche dal Pdl, dal Pd e dal Terzo Polo. «Un esame ponderato del testo – afferma il senatore del Pdl Maurizio Castro – consentirà di emendare le imperfezioni tecniche e di prevedere forme di attuazione progressiva delle nuove norme, in un tessuto imprenditoriale caratterizzato non solo da grandi gruppi, ma anche da piccoli editori locali e da imprese strutturalmente più fragili».
E proprio pensando a questi soggetti l’esponente del Terzo Polo Franco Bruno «suggerisce di integrare l’elenco dei soggetti già ascoltati nel corso dell’indagine conoscitiva con l’audizione di rappresentanti dei piccoli editori di giornali».
Ricordiamo che il ddl è finalizzato a promuovere l’equità retributiva dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro non subordinato nei quotidiani, nei periodici, anche telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti radiotelevisive. Quale siano i requisiti minimi di trattamento economico da corrispondere ai giornalisti in modo proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto lo deciderà una Commissione istituita presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri. La Commissione avrà anche il compito di redigere un elenco degli editori che garantiscono il rispetto dei citati requisiti minimi. L’iscrizione in tale elenco è requisito necessario per l’accesso a qualsiasi contributo pubblico in favore dell’editoria.

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