Lidia Gattini, della cooperativa editrice Mandragola, ha sottolineato l’importanza derivante dal cambio di approccio ad un tema così delicato: «Oggi finalmente si è passati a parlare di “un fondo per il pluralismo” anziché parlare genericamente di misure di sostegno all’editoria, con una accezione certo più logica e funzionale all’obiettivo da raggiungere». Si è anche sottolineata la delicatezza della gestione di una massa di informazioni che passano attraverso il web e che necessitano della verifica delle fonti.
Le criticità e le difficoltà dei giornali locali sono stati al centro dell’incontro: negli ultimi anni, ha ricordato Scarzanella, sono stati almeno 40 i quotidiani costretti a chiudere. Gianluca Fantinuoli, vicepresidente della File, la Federazione italiana liberi editori, ha ribadito l’assoluta necessità «di una legge chiara che, senza ricorsi a ulteriori deleghe, permetta ai piccoli editori di poter contare su fondi certi, preventivamente dichiarati e successivamente garantiti».
Le testate interessate sono circa 250 e rappresentano un universo stimato per difetto in circa 10mila persone. Queste comprendono 2.500 giornalisti, mille poligrafici, mille collaboratori e fotografi, agenzie di stampa, service editoriali, tipografie, società di distribuzione, trasportatori ed edicole. «Universo che è presente capillarmente sul territorio. A differenza di grandi strutture, oggi purtroppo alle prese con ristrutturazioni numeriche molto importanti, questo universo può ancora offrire una porta di accesso ai giovani».
Da ultimo è intervenuto Pietro Policante, presidente di Fipeg, che ha potuto illustrare i benefici raccolti dagli editori di periodici locali grazie alla legge regionale che prevede forme di sostegno diretto. L’incontro si è concluso con l’auspicio praticamente un appello che la politica riesca a garantire agli editori la reale possibilità di fare impresa con un modello di supporto al pluralismo che preveda anche una trasformazione del sistema, ma che non danneggi e impoverisca ulteriormente un comparto già gravemente provato.
Articolo tratto da Cronaca Qui di sabato 16/05/2016
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