Protestano gli editori di giornali, la Legge di stabilità non equipara la stampa digitale agli e-book, per i quali l’Iva è stata abbassata al 4%. Una disparità di trattamento che porta subito la Federazione italiana editori giornali (Fieg) ad esprimere tutto il suo disappunto: “Bene hanno fatto Governo e Parlamento a prevedere nella Legge di stabilità l’Iva al 4% per gli e-book – spiega il comunicato diffuso dagli editori – sulla base della considerazione che un libro è sempre un libro, sia esso di carta o digitale. Non si capisce perché la stessa misura non sia stata prevista anche per i giornali, che sono tali, come i libri, a prescindere dal supporto”.
Iva giù per il bene dei lettori
I lettori prima di tutto, gli editori di giornali sono convinti che “l’abbassamento dell’aliquota fiscale non sarebbe stata, peraltro, un’agevolazione a favore degli editori, ma a favore dei lettori-consumatori e sarebbe andata quindi nella direzione dello sviluppo del settore digitale che gli editori stanno perseguendo con ingenti investimenti”. L’auspicio degli editori è che “Governo e Parlamento, in tempi brevi, prevedano anche per le copie digitali dei giornali e per i servizi delle agenzie di stampa l’aliquota Iva del 4%, per superare il discriminatorio trattamento fiscale tra carta e digitale“.