LEADER PDL CAMERE, NO A SFIDUCIA VILLARI MA MORAL SUASION

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Il Pdl non condivide l’ipotesi di una sfiducia nei confronti di Pasquale Villari, ma preferisce la strada della ‘moral suasion’ per convincere il presidente della Vigilanza Rai a lasciare l’incarico. Sono stati i vertici del Pdl alla Camera e al Senato a spiegare, in una lunga lettera al Corriere della Sera, la posizione della maggioranza nella vicenda.
Dal momento che “sono state accreditate fantasiose divisioni della maggioranza”, è “doverosa la ricostruzione dei fatti”, hanno spiegato Fabrizio Cicchitto, Italo Bocchino, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello. Intanto, hanno ricordato, “le votazioni parlamentari che richiedono il concorso di maggioranza e opposizione implicano uno sforzo di condivisione”. Invece il Pd “ha avanzato la candidatura di Leoluca Orlando senza alcuna consultazione preliminare”. E “il centrodestra ha replicato esprimendo forti perplessità per l’ipotesi che una commissione di garanzia possa essere presieduta da un rappresentante di un partito che vuole fare sull’informazione pubblica una battaglia di parte”.
Nonostante tutto, il Pdl ha provato “a superare quel no”, hanno assicurato, ma poi ci sono state dichiarazioni di Orlando “sull’autoritarismo” di Berlusconi, che hanno portato a chiudere ogni porta. In più si è aggiunta la vicenda Pecorella. E visto che il deputato del Pdl ha fatto “un passo indietro” nella sua candidatura alla Consulta. “sembrava a quel punto scontato, e non solo a noi” che “si giungesse a un’analoga sostituzione del candidato alla presidenza Rai”.
Così non è stato e Pd e Idv “hanno provato” a “trasformare il loro diritto di proposta in un diritto di imposizione, scaricando sulla controparte la responsabilità dello stallo”. E visto che “l’opposizione è rimasta abbarbicata al nome di Orlando” e a quel punto “Villari è stato eletto con una maggioranza trasversale”. Si è trattato, hanno assicurato, “di un tipico percorso parlamentare, proceduralmente regolare e politicamente limpido”. Il Pd “avrebbe potuto o accettare l’esito o convincere Villari a dimettersi, coinvolgendolo nella soluzione della vicenda”. Invece non l’ha fatto e ha avanzato la candidatura di Sergio Zavoli.
Sull’eventuale nomina di Zavoli “ribadiamo la nostra disponibilità”, ma “non possiamo sottoscrivere proposte non previste dai regolamenti”. Per i quattro esponenti del Pdl, “la sfiducia contro un presidente regolarmente eletto potrebbe essere un domani utilizzata per analoghe operazioni contro i vertici di Camera e Senato o delle commissioni”. Dunque, hanno concluso, “si tratta d’ipotesi irresponsabili” mentre “l’unica strada percorribile è quella della moral suasion”. Per i vertici del Pdl, “la responsabilità del punto in cui si è giunti è dunque innanzitutto di Walter Veltroni”. Ora, i quattro leader Pdl hanno invitato Villari “a valutare l’appello dei presidenti di Camera e Senato, e riflettere sul rischio che l’inesistenza dei requisiti minimi di collaborazione” possa “produrre una paralisi della funzione e dei lavori della commissione”.

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