In un emendamento del governo al decreto legge 59/08 relativo all’attuazione di obblighi comunitari, in sede di conversione alla Camera, sono previste anche norme in materia radiotelevisiva. Tra queste ha suscitato particolare preoccupazione nelle emittenti locali della FRT una norma che prevede, da subito, per l’attività di operatore di rete in digitale il regime dell’autorizzazione al posto della licenza, considerato che quest’ultima è rilasciabile, sulla base della legge Gasparri, solamente agli attuali concessionari. La proposta viene incontro all’esigenza sottolineata dall’Unione Europea di ampliare il pluralismo nel settore televisivo facilitando l’ingresso di nuovi soggetti, ma rischia di avere pesanti ricadute su un comparto come quello locale che, con il passaggio al digitale, necessita di tutele particolari. In una nota inviata al Sottosegretario alle comunicazioni, On. Paolo Romani, il Presidente dell’Associazione Tv locali FRT, Maurizio Giunco, partendo dal presupposto che il nostro sistema legislativo prevede una differenziazione tra i soggetti nazionali e quelli locali, ha chiesto che l’autorizzazione generale per l’attività di operatore di rete sia prevista solo per l’ambito nazionale, ”unico comparto oggetto delle attenzioni degli Organismi comunitari. Per tutelare le emittenti televisive locali attualmente operanti è invece necessario che venga mantenuta l’attuale normativa, che prevede il rilascio della licenza individuale di operatore di rete in digitale ai soli attuali concessionari in analogico. E’ da rilevare che in tal modo non verrebbe impedito l’ingresso di nuovi imprenditori, possibile anche nell’analogico attraverso l’acquisizione di una società oggi titolare della concessione e domani della licenza, bensì limitata la già esorbitante e insostenibile quantità di soggetti potenziali operatori anche con la nuova tecnologia. Un ampliamento incontrollato avrebbe infatti conseguenze esiziali per un settore commercialmente marginalizzato (circa 500 milioni le risorse pubblicitarie complessive) ed estremamente polverizzato (ben 581 le attuali emittenti) e sarebbe in palese contrasto con la non più rinviabile esigenza di razionalizzare imprenditorialmente un settore comunque ampiamente pluralistico”. Dopo aver evidenziato le tante difficoltà per le emittenti in un mercato digitale sempre più concorrenziale, il Presidente delle tv locali FRT ha concluso sottolineando come senza tutele specifiche si rischi di vanificare “il ruolo privilegiato di una certa emittenza locale nel rapporto con il territorio, il valore sociale in termini di occupazione garantita a oltre 5000 dipendenti e gli investimenti fatti, anche in risorse frequenziali, in oltre trent’anni di attività”.
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