Il settore della telefonia è uno dei pochi, qualcuno dice l’unico, dove il vento della deregulation ha soffiato con successo. Dopo la privatizzazione di Telecom, alla fine degli anni 90, il mercato ha sciolto ogni riserva sulla necessità di aprirsi ad altri operatori. Che in questi anni hanno investito e combattuto per guadagnarsi una fetta della torta, in un business nel quale tariffe (per i clienti) e ricavi (per le aziende) sono da sempre in caduta libera. E se è vero, come ha ricordato il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, che dal 1997 ad oggi l’indice dei prezzi dei servizi delle telecomunicazioni è diminuito del 32%, per stare a galla è necessario puntare su un concetto solo: l’innovazione. Per esempio nell’internet mobile che però ha bisogno di network robusti visto il boom dell’utilizzo di tablet e chiavette.
Anche nel 2010 il mercato della telefonia ha perso oltre il 3% dei ricavi lordi, pur in assenza di una diminuzione dell’utilizzo di questi strumenti, compresi i cellulari di nuova generazione. Forse le tlc pur con i loro punti deboli (la trasparenza delle offerte) potrebbero essere un discreto esempio anche per altri comparti.
Manuela Montella
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