Gli over the top devono fare di più contro le fake news. E Il legislatore deve essere in grado di tenere il passo del mondo digitale e per farlo c’è bisogno della collaborazione di tutti, multinazionali digitali in testa. Il sottosegretario Giuseppe Moles ha richiamato Big Tech al dovere di collaborare con gli Stati, in questo caso con l’Italia, per garantire che il web sia un mondo sicuro dove potersi informare rimanendo al riparto dalle fake news e dalla disinformazione galoppante.
Il rapporto Censis- Ital Communications ha svelato, con numeri e cifre impressionanti, quello che ormai pare chiaro a tutti. E cioé che gli italiani si informano compulsando fonti online e che l’83,4% si è imbattuto, negli ultimi due anni, in qualche bufala virtuale. Il mondo digitale crea inoltre delle bolle al cui interno è facile perdersi, restando ovattati e “protetti” nella narrazione, magari autoreferenziale, di qualche influencer. Sono tanti gli italiani che si informano delegando tutto alla rete, ben sette milioni. E una parte importante di loro crede ai commentatori di internet. Ma è proprio questo il brodo di coltura nel quale fioriscono le fake news e si innerva la disinformazione.
Il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’editoria Giuseppe Moles lancia un monito che non può passare sotto silenzio. “Per combattere fake news e disinformazione è necessaria la collaborazione di tutti gli attori del sistema a partire da famiglie, scuole e istituzioni. È fondamentale l’azione di tutti gli stakeholder, compresi i cosiddetti giganti del web”. L’esponente dell’esecutivo guidato (ancora per quanto?) dal premier Mario Draghi ha inoltre affermato: “Il governo non può operare una censura preventiva- ha detto Moles- si può pensare a regole più severe per piattaforme e social ma parliamo di norme che vanno più lente del processo tecnologico e il rischio è che le norma possa nascere già vecchia. Bisogna quindi creare una cornice normativa all’interno della quale ci si possa adeguare a quello che succede”.
Insomma, il digitale corre a perdifiato, va velocissimo e rischia di essere imprendibile per il legislatore. Che già s’è lasciato sfuggire la crescita, gigantesca anzi gargantuesca, delle aziende digitali della Silicon Valley che, nel volgere di poco più di due decenni hanno raggiunto fatturati impressionanti, guadagnato posizioni dominanti e di primazia inscalfibile, diventando multinazionali prima e veri e propri giganti, prima economici e dunque fatalmente politici, attori protagonisti del mondo contemporaneo. Nella lotta alle fake news, dunque, gli Over the top devono assumere un ruolo più attivo e indicare alle istituzioni la via da seguire per garantire la qualità dell’informazione e, quindi, la tenuta della democrazia.
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