In tema di rassegna stampa, il Tar del Lazio dà per l’ennesima volta ragione agli editori. “La rassegna stampa con la riproduzione integrale di articoli e di pagine di giornali, senza l’autorizzazione del titolare del diritto esclusivo alla riproduzione, è illegittima”, questa è in sostanza il dispositivo della sentenza del Tribunale amministrativo capitolino.
Una vittoria importante secondo la Fieg e Il Sole 24 ore, i due soggetti che escono vincitori da questa querelle giudiziaria, e che va nel solco di una giurisprudenza che va sempre più consolidandosi. E, infatti, non è un caso che quasi tutte le società che producono rassegne stampa si sono in linea di massima regolarizzate, aderendo all’accordo con Promopress e negoziando con le singole imprese editrici accordi individuali.
Ma, mentre i giudici amministrativi spingono verso il riconoscimento del diritto detenuto dalle imprese che producono contenuti diffusi attraverso le rassegne stampa, questa vicenda – come quelle che la hanno preceduta – rischia di trasformarsi in vittorie di Pirro. Infatti, il fatturato delle rassegne stampa è una goccia nell’oceano dei ricavi degli over the top che dettano le regole, le loro regole, sul web: che indicizzano, classificano, targetizzano, taggano, promuovono e rimuovono i contenuti di terzi. E che da quei contenuti traggono enormi profitti.
L’attenzione che viene data al tema delle rassegna stampa rischia di distogliere l’occhio dal vero tema del futuro assetto dell’editoria. Che va affrontato subito senza chiacchiere, Stati generali e discorsi pomposi; ma nelle sedi opportune, ossia nei Parlamenti nazionali ed internazionali, perché non è materia che può più essere rimandata.