Le notizie vanno fortissimo sul web. I dati Comscore confermano che le news online sono consultate da ben 40 milioni di italiani, praticamente uno su tre, e “penetrano” il 94% della popolazione digitale del nostro Paese. In testa alle classifiche ci sono i colossi dell’informazione tutta in digitale, da Citynews fino a FanPage. Entrambe hanno registrato un aumento dei loro lettori, la prima (che conta su cinquanta testate a cui di recente se ne sono aggiunte altre due, Viterbo Today e Pordenone Today) ha incrementato del 2% le visite, la seconda invece brinda al +8%.
Il tempo che gli italiani passano sul web alla ricerca di notizie è aumentato del 17% per le General News. Il dato non è del tutto lusinghiero se si pensa al boom del luglio dell’anno scorso quando, trascinata dai successi alle Olimpiadi e agli Europei di calcio, l’Italia dedicò spazio e tempo a cercare e condividere notizie. Un’ottima performance, infine, è stata raggiunta (oltre che dagli sportivi, “trascinati” dal calciomercato) anche dal settore viaggi. I motivi sono presto individuati nella fine delle restrizioni e nella ritrovata voglia di vacanze degli italiani.
I dati digitali forniscono un elemento importante per comprendere quale sarà il futuro dell’informazione. Il nodo gordiano è presto svelato: non è detto che sarà il web la strada maestra per garantire sostenibilità e futuribilità alle piattaforme editoriali italiane. La ragione va ricercata, oltre che nelle piraterie, soprattutto nell’attuale sistema di pubblicità che strozza, letteralmente, i piccoli operatori a vantaggio delle grandi multinazionali del web. Tutti sono piccoli, microscopici, di fronte a colossi come Google e Facebook che drenano, da soli, la stragrande maggioranza degli introiti pubblicitari.
Una strada percorribile sarebbe quella di rivedere la tassazione, in attesa che entri a regime il sistema legato alla riforma del diritto d’autore contenuta nel recepimento in Italia della normativa comunitaria sull’argomento. Intanto gli editori sono allo stremo e chiedono aiuto, nel silenzio più assoluto della politica in altre vicende affaccendata.
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