Negli Usa, le frequenze liberate dal passaggio al digitale della tv non si libereranno prima del 2012, ma l’anno scorso le hanno già messe all’asta ricavandone 19 miliardi di dollari, soprattutto da operatori di tlc. In Europa, dalla Gran Bretagna, alla Francia, alla Germania e alla Spagna, si stanno organizzando per seguirne l’esempio.
Il Regno Unito ha deciso di allocare due terzi delle frequenze legate al passaggio dall’analogico al digitale a servizi radiotelevisivi. Il restante terzo, un blocco comunque assai sostanzioso di 112 MHz, sarà messo all’asta senza vincoli sulle tecnologie o sugli utilizzi: gara quindi aperta anche agli operatori mobili e a quelli fissi di banda larga.
In Francia uno studio commissionato dal governo stima a 25 miliardi di euro il beneficio di non limitare l’allocazione ai soli servizi televisivi.
Anche il governo tedesco ha annunciato che parte del dividendo digitale sarà utilizzato per offrire servizi wireless a banda larga.
Il passaggio alla tv digitale sta liberando frequenze anche da noi. Tanto che il governo si è impegnato con l’Ue ad assegnarne 5 a nuovi operatori. Ma non si sa quali saranno, e non si sa quando questa assegnazione si farà. In compenso quello che si sa è che di soldi ne porterà pochi perché si è già deciso che le frequenze del dividendo digitale verranno assegnate a “beauty contest”: non se ne caverà che una manciata di euro.
Intanto il 2012 si avvicina. Per quella data tutto il sistema tv italiano sarà digitalizzato. E soprattutto a quella data scade la promessa del viceministro per le Comunicazioni Paolo Romani di garantire almeno 2 mega di banda a tutti gli italiani.
(Dalla rassegna stampa ccestudio.it)
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