Giorni intensi per Berlusconi e Mediaset, l’assoluzione del processo Mediatrade non è stata l’unica buona notizia.
Qualche giorno fa Paolo Gentiloni del Pd, ha affermato che l’Autorità presieduta da Catricalà non ha aperto un’indagine sul premier sul caso degli aiuti di Stato per i decoder.
Una vicenda strana, a molti non nota, si tratta di leggi finanziarie del 2004 e 2005 che crearono un fondo di 150 milioni di euro per finanziare ogni telespettatore che avesse comprato un decoder per il digitale terrestre, fin qui tutto normale, poteva essere una strategia per velocizzare il passaggio al digitale.
Ma attenzione, la CE nel 2007, il Tribunale Ue di primo grado nel 2010 e la Corte di Giustizia di secondo grado nel 2011 dichiararono illegittimi questi aiuti., avrebbero premiato la sola tecnologia terrestre Mediaset, ignorando altri tipi di decoder, come quello satellitare.
La Corte di giustizia della Ue dichiarò che «che i contributi italiani per l’acquisto dei decoder digitali terrestri nel 2004 e 2005 costituiscono aiuti di Stato e le emittenti radiotelevisive che ne hanno beneficiato indirettamente sono tenute a rimborsarli».
Già nella sentenza di primo grado, i giudici europei avevano stabilito che il contributo pubblico all’acquisto dei decoder (150 euro per ogni utente previsti dalla finanziaria 2004 e 70 euro in quella del 2005), attribuiva alle emittenti digitali terrestri un vantaggio indiretto a danno delle tv satellitari come Sky.
Il ricorso era stato respinto, ma Mediaset non si è arresa fino all’ultimo grado, il 28 luglio 2011 la sentenza definitiva, si è trattato di una “distorsione della concorrenza” e gli aiuti vanno rimborsati.
Mediaset doveva rimborsare non solo i milioni di euro del contributo dello Stato, ma anche i vantaggi economici conseguenti all’aumento dello share causato dall’operazione.
Dunque non solo i 150 milioni, ma anche i vantaggi indiretti, per tutto questo Mediaset ha pagato “solo” 6,1 milioni di euro.
Tutto qui, anzi Mediaset ha fatto ricorso per diminuire l’entità della cifra, alla luce di ciò, il 14 settembre Paolo Gentiloni ha presentato un esposto all’Autorità Antitrust confidando in una sanzione in base alla legge Frattini sul conflitto d’interessi.
Attenzione, altro colpo di scena, Berlusconi è stato assolto.
Luigi Fiorentino, segretario generale dell’Antitrust, spiega che la prima legge finanziaria del 2004 fu approvata il 24 dicembre del 2003, qualche mese prima della legge Frattini (che dovrebbe punire il conflitto d’interesse), ergo l’Antitrust non può agire.
E la finanziaria del 2005? Anche in questo caso le norme sul conflitto d’interessi non avevano ancora piena efficacia giuridica, la legge è divenuta vincolante dopo la finanziaria del 2005.
Giustizia reale o cavilli giuridici? Fatto sta che Berlusconi è assolto a pieni voti.
Egidio Negri
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