Shopping24, outlet online, perfino Groupon. Tutti vendono abbonamenti a riviste online. Per giunta con sconti che vanno anche oltre il 50%. Come un giro di poker. C’è chi vince (l’editore) e chi perde (le edicole). E c’è spesso anche il regalo. La versione online è anche gratis.
Una volta erano le enciclopedie, poi i dizionari. Oggi il porta a porta è stato sostituito dal web. E i prodotti si sono moltiplicati come funghi. Parliamo di quotidiani e riviste, ma soprattutto quest’ultime, diventate, negli ultimi tempi, un affare per siti generalisti, che insieme alla carta stampata vendono creme per le unghie e manuali per la cura dei cardellini. Siamo al colmo. Possibile mai che se acquisto un abbonamento annuale online ottengo uno sconto addirittura del 70% e se vado in edicola lo trovo a prezzo pieno?
Dov’è l’inciucio? Quanto ci perdono gli edicolanti?
A novembre 2012 la Fieg ha deciso di metterci una “pezza” cercando di disciplinare la domiciliazione degli abbonamenti in edicola credendo di costituire una opportunità di parziale recupero delle diffusioni costantemente in calo negli ultimi anni. All’edicolante, in relazione agli abbonamenti di quotidiani viene riconosciuto un misero 10% sul prezzo nominale di cessione al pubblico indicato sulla testata e un compenso aggiuntivo nel caso di nuove sottoscrizioni in edicola. Infine viene riconosciuta la bellezza di 0,0185 euro per ogni inserto compiegato venduto. Il protocollo di intesa raggiunto con parte delle organizzazioni sindacali dei rivenditori segue di altre pagine ma non ho trovato nulla che possa far “sorridere” gli edicolanti. Il protocollo sarà sperimentale per un anno, alla fine del quale, dopo il monitoraggio, si deciderà il da farsi.
Per fortuna per chi fa l’abbonamento online, i “collaterali” non arrivano a casa insieme alla rivista. Ho visto stamattina un mensile abbinato ad un lecca lecca per tartarughe. Non posso perdermelo. L’iva è al 4%!
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