Ancora un braccio di ferro tra casse previdenziali e Governo. Oggetto della discussione è il contestatissimo elenco Istat in cui sono inserite centinaia di amministrazioni pubbliche. E dal quale gli enti pensione dei professionisti vogliono essere cassati perché si ritengono strutture private. La novità è nel comma 7 dell’articolo 5 del decreto fiscale (decreto legge n. 16/2012) che va a modificare l’articolo 1 della legge quadro sulla finanza pubblica (196/2009). E che richiama l’elenco Istat «ai fini della applicazione delle disposizioni in materia di finanza pubblica» per il 2011 e per il 2012.
«Norma generica e di dubbia interpretazione – afferma Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, associazione delle casse previdenziali –. Non possiamo essere inseriti nel perimetro della finanza pubblica. Ci sono normative specifiche che tutelano la nostra autonomia». E aggiunge: «A questo punto se viene deciso per esempio un taglio ai dipendenti pubblici, dobbiamo tagliare anche i dipendenti delle casse? Per quanto ci riguarda chiederemo uno specifico chiarimento del comma 7».
Dagli enti pensione qualcuno addirittura ipotizza una possibile estensione della tanto criticata tesoreria unica (contestata dagli enti locali). «Comunque per due volte il Tar del Lazio ci ha dato ragione – rileva Camporese –. Le casse devono essere messe fuori dall’elenco Istat». Il 23 marzo il Consiglio di Stato deciderà tra l’altro sulla sospensiva o meno del secondo ricorso al Tar.
C’è da dire che le perplessità sul comma del decreto fiscale non sono state avanzate soltanto dalle casse dei professionisti. Dubbi sono stati espressi per iscritto al Governo anche dall’ufficio Bilancio del Senato: «Al riguardo, andrebbe chiarito l’ambito applicativo della norma, in quanto la definizione “in materia di finanza pubblica” appare essere di contenuto generico e potrebbe dare luogo a dubbi interpretativi rispetto alle tipologie di disposizioni che, trattando di finanza pubblica, devono essere applicate agli enti e soggetti interessati».
È proprio il concetto esteso di “finanza pubblica” che viene criticato. Tra i perplessi anche Francesco Verbaro, docente della Scuola superiore di pubblica amministrazione ed ex segretario generale del ministero del Lavoro. «L’espressione utilizzata è ambigua e creerà problemi in ambito applicativo – afferma Verbaro –. Certo, poi c’è il richiamo all’elenco Istat. Ma, per quanto riguarda le casse di previdenza, il Tar ha stabilito che è illegittimo l’inserimento delle stesse in quell’elenco». Quindi, se il provvedimento verrà confermato dal Consiglio di Stato, a quel punto gli enti pensione avrebbero risolto il problema. Ma appunto c’è l’incognita Consiglio di Stato. A rendere inquiete le casse vi è, infine, un passaggio della relazione di accompagnamento al decreto fiscale: «Il comma 7 vale a chiarire il rapporto funzionale che intercorre fra le attività di elencazione di enti e soggetti a fini statistici da parte di Istat e le manovre di finanza pubblica che riflettono i loro effetti anche su tali enti e soggetti». Il cerchio è chiuso ma dall’Adepp sono convinti di poterlo rompere.
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